Un giovane gipeto in volo sulle Orobie: si chiama «Pierro» ed è partito dalla Francia, un Gps traccia i suoi spostamenti - Video

Nato nel 2019 nell’Alta Savoia, è stato visto nei giorni scorsi in alta Val Seriana e di Scalve. Ecco la sua storia e un filmato delle sue evoluzioni.

Sono ormai passati oltre vent’anni da quando il gipeto, il più grande rapace presente oggi sulle Alpi, venne reintrodotto nel Parco Nazionale dello Stelvio dopo che, a causa della persecuzione da parte dell’uomo, giunse all’estinzione. Oggi, nel parco istituito nel 1935, sono presenti 9 coppie di adulti territoriali. Nei giorni scorsi, in più di una circostanza, un giovane gipeto ha solcato i cieli dell’alta Val Seriana e di Scalve durante il suo peregrinare alla ricerca di cibo e nuovi territori da esplorare.

La conferma arriva da Enrico Bassi, responsabile scientifico del «Progetto monitoraggio e ricerca del gipeto»: «Quello avvistato nella Bergamasca risponde al nome di Pierro. È nato in libertà nell’Alta Savoia francese nel 2019 e nel maggio dello scorso anno era stato recuperato ferito, molto lontano dalle “sue montagne”. Due mesi dopo era stato liberato, non prima però di essere dotato di due anelli identificativi sulle zampe e di un trasmettitore Gps a celle solari grazie al quale è possibile monitorarne costantemente gli spostamenti. In generale la telemetria satellitare ha permesso di approfondire le conoscenze scientifiche, capire l’estensione del territorio nonché la biologia riproduttiva di questa specie. Proprio sulla base di questi dati satellitari – prosegue – è stato possibile appurare che ad inizio autunno Pierro ha lasciato le montagne francesi sorvolando prima le Alpi Marittime e quindi la Liguria. Dopo una breve tappa sull’Appennino tosco-emiliano ha iniziato la risalita verso nord attraversando le province di Bologna, Padova e Treviso. Il 19 ottobre ha raggiunto le Alpi centro orientali poiché è stato visto nei pressi di Longarone, a nord di Belluno. Da metà novembre ha frequentato stabilmente il settore nord-orientale delle Dolomiti di Brenta e le montagne limitrofe. Tuttavia dagli ultimi dati telemetrici il suo sorvolo delle Orobie, in particolare dei cieli dell’Alta Val Seriana, è avvenuto di frequente da inizio aprile e non è quindi da escludere che sia possibile vederlo ancora volteggiare nei cieli bergamaschi».

«Sempre grazie alla telemetria – conclude Bassi – è stato possibile appurare che anni fa un gipeto di indole erratica (di nome Adonist) dopo aver lasciato le Alpi arrivò a lambire la Romania e l’Ucraina. Malgrado le enormi dimensioni (la sua apertura alare raggiunge i 2,80 metri) questo rapace è in grado di sfruttare le brezze di versante, anche a bassissima quota, alla ricerca di cibo. Può raggiungere i 4.000 metri di quota ed effettuare spostamenti giornalieri superiori ai 200 chilometri».

È un animale necrofago e si ciba soprattutto di ossa, rappresentate principalmente da carcasse di ungulati selvatici. La loro decomposizione nell’apparato digerente avviene grazie a potenti succhi gastrici che hanno un coefficiente di acidità simile a quello dell’acido muriatico. Le ossa più lunghe vengono trasportate in volo e lasciate cadere su apposite aree rocciose denominate rompitoi; una volta frantumate l’animale provvede al recupero dei vari frammenti. Se la loro lunghezza è però inferiore ai 25 centimetri è in grado di ingoiarle intere.

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