Università di Bergamo, il rettore: «In aula al 100%? Solo con il green pass»

Il green pass per tornare in Università? La materia sarà oggetto di un confronto Regione-Stato, sollecitato dai rettori lombardi nell’incontro di giovedì 29 luglio con l’Unità di crisi di Guido Bertolaso.

Un vertice convocato per fare il punto in vista dell’avvio del nuovo anno accademico. Per il rettore dell’ateneo di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini - fermo restando che serve una linea nazionale per evitare di andare in ordine sparso - «il certificato verde è l’unico strumento perché da qui a settembre ci sia la possibilità concreta che si torni in presenza al 100%». Si dice quindi favorevole all’introduzione di questo provvedimento. «Senza – non ha dubbi – resterebbero le regole attuali di distanziamento, con l’inevitabile didattica duale (l’alternanza presenza-distanza) per consentire a tutti di tornare in aula».

Il tema sarà affrontato in un doppio round venerdì 30 luglio, con Senato accademico e Cda dell’Università già fissati da tempo, proprio per arrivare preparati alla riapertura, calendarizzata per il 4 ottobre. «Attendiamo un pronunciamento, il più rapido possibile, a livello governativo – auspica il rettore –. Se il green pass non dovesse essere obbligatorio, potremmo comunque aumentare la didattica in presenza dal 30% attuale al 50%, grazie alla sistemazione di quasi tutte le aule. Il green pass sarebbe comunque l’unica soluzione per il ritorno in presenza al 100%: visto che è già valido per le mense universitarie, equiparate ai ristoranti al chiuso, non si capisce perché non dovrebbe valere per l’accesso in aula o in biblioteca».

Potenziare i vaccini

Una copertura normativa che per Remo Morzenti Pellegrini dovrebbe andare di pari passo col potenziamento delle linee vaccinali per gli studenti. Dalla ricognizione di ieri tra atenei e il coordinatore della campagna vaccinale lombarda, Guido Bertolaso, è emerso che tra l’85 e il 90% del personale docente e tecnico-amministrativo è già stato immunizzato con la seconda dose. «Ma non è possibile, anche per motivi di privacy, sapere quanti sono gli studenti vaccinati, molti dei quali sono fuori sede e non risiedono in Lombardia», fa notare il rettore. Dopo le riunioni di oggi, quindi, scriverà una lettera a tutti gli iscritti ai corsi «perché si facciano loro stessi promotori della campagna vaccinale. Perché i giovani diventino protagonisti di questa sensibilizzazione, la campagna vaccinale deve essere però potenziata con delle linee dedicate». Il rettore si è fatto quindi promotore - con le stesse modalità condivise con la Regione nel marzo scorso - dell’uso delle sedi universitarie come hub vaccinali. «Con il Cus di Dalmine – ricorda Remo Morzenti Pellegrini – siamo già coinvolti con uno dei centri a più alta intensità di lavoro. Su richiesta dell’Asst Bergamo Ovest, abbiamo già riconfermato la disponibilità degli spazi per il 2022». E se arrivassero i via libera necessari, «sempre con l’Asst Bergamo Ovest saremmo pronti a dedicare dieci linee vaccinali al personale che ancora manca e agli studenti. Con un’attenzione particolare a chi si è immatricolato o si sta per immatricolare, che merita la priorità, in quanto soggetto più “fragile”, non tanto dal punto di vista della saluta, quanto per le domande che si starà ponendo, in particolare su come e quando si riaprirà».

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