Vaccinazioni, la relazione sul sistema Aria: Cap sballato e 12 mila over 80 inviati in centri lontani, ecco cosa non ha funzionato

Lombardia, in dieci pagine la «relazione Gubian» spiega le falle del sistema di prenotazione Aria: oltre agli errori tecnici negli algoritmi, si denuncia anche «l’estrema dinamicità e mancanza di programmazione delle agende vaccinali».

Dodicimila cittadini lombardi, soprattutto over 80, spediti in centri vaccinali lontani da casa. In molti casi per un errore nell’algoritmo dei Cap. È solo la punta dell’iceberg del caos vaccini nella fase delle prenotazioni gestite da Aria (700 mila, al 19 marzo, su 1,2 milioni di vaccinazioni effettuate). Da gennaio a marzo, cosa è successo tra la Regione e la sua azienda, ingaggiata per un supporto alla campagna vaccinale massiva? Dieci pagine scandiscono step by step cosa non ha funzionato. Errori tecnici (tra software in sofferenza e algoritmi impazziti), ma anche politici (con cambi repentini di programmazione). Una sequela di stop&go fino all’azzeramento dei vertici di Aria e il passaggio, dal 2 aprile, al nuovo canale digitale di Poste.

Le tappe

È la «relazione Gubian» arrivata in mano alle opposizioni. Quel Lorenzo Gubian, già direttore generale e poi nominato da Attilio Fontana amministratore unico della centrale regionale per l’innovazione e gli acquisti, che, fresco di incarico post terremoto, il 25 marzo scorso in prima commissione si era limitato a parare i colpi. Ora nero su bianco mette le tappe di un disastro annunciato. Con tre snodi cruciali: il 15 febbraio la partenza in salita delle adesioni degli over 80 (con tempi d’attesa lunghissimi per gli sms di conferma degli appuntamenti); il 22 febbraio la zona arancione rafforzata per 22 Comuni tra Bergamo e Brescia, con l’estensione delle vaccinazioni agli over 60 e quindi una maggiore complessità di gestione; e l’avvio (dall’8 marzo) dell’immunizzazione per il personale scolastico, che richiede l’implementazione delle linee di produzione. Nella cronistoria si precisa più volte come Aria non avesse competenze specifiche: «A gennaio Aria ha partecipato, senza alcun specifico incarico, alla predisposizione della sperimentazione del centro vaccinale massivo in Fiera Milano. Durante questa sperimentazione si è provato il solo sistema per la gestione della vaccinazione (accettazione, anamnesi e registrazione dell’inoculazione) attraverso il sistema Siavr. Nessuna sperimentazione o analisi è mai stata richiesta dalla Regione sulla gestione di una campagna vaccinale massiva».

Si precisa inoltre che è stata l’unità di crisi a decidere che «la modalità di gestione della campagna vaccinale massiva avviene attraverso una fase preliminare di adesione del cittadino e una successiva ricezione di un sms che lo informa dell’avvenuta prenotazione indicandogli data, ora e luogo dove recarsi per la vaccinazione».

La modalità di prenotazione diretta da parte del cittadino infatti «non sarebbe stata possibile poiché non erano presenti sufficienti centri vaccinali attivi e quindi il cittadino si sarebbe trovato una ridottissima disponibilità di agende con conseguente impossibilità di prenotare la sua vaccinazione. Questa modalità consentiva quindi alle Ats di organizzarsi, alla Dg Welfare di pianificare la distribuzione dei vaccini e ad Aria di progettare e realizzare le parti mancanti del sistema informativo a supporto delle fasi successive all’adesione». Il tutto comunque si appronta in uno scambio costante con l’unità di crisi e il coordinatore della campagna vaccinale Guido Bertolaso.

Le criticità

Il report arriva quindi a un lungo elenco di criticità «a seguito dell’estrema dinamicità del progetto, della mancanza di una programmazione e dei numeri rilevanti». Non solo algoritmi di prenotazione sballati per 40 Cap, cambiati nel 2020 ma che coesistono con i precedenti, o nel caso di indirizzi incompleti inseriti dai richiedenti. Più volte nella relazione si sottolinea la difficoltà di seguire «i continui cambi significativi dei centri vaccinali, delle loro agende e delle capacità produttive. Non si immaginavano le enormi difficoltà delle Ats a governare le agende dei centri vaccinali».

«Le continue ripianificazioni delle agende delle Ats – si legge ancora nella nota – rendono l’organizzazione poco stabile e mette a rischio la qualità delle agende stesse. Ogni ripianificazione richiede alle Ats e ad Aria un tempo minimo di due giorni per poterle consolidare e procedere poi all’avvio delle prenotazioni (si contano ormai oltre 200 centri vaccinali e qualche migliaio di ambulatori). L’ultima pianificazione ha richiesto alle Ats e ad Aria, a causa della sua complessità, 4 giorni di lavoro. Si stima che quella in corso richiederà un tempo analogo, se non superiore, vista anche la programmazione delle dosi da destinare alle Ats. Questa complessità richiede al personale di Aria di lavorare in media 12 ore al giorno, sette giorni su sette, mettendo a rischio la qualità del lavoro svolto». Si stima una incidenza degli errori sul totale delle persone vaccinate pari a circa il 5,4%. L’obiettivo è ridurre tale percentuale sotto un valore dell’1%.

Le reazioni

Per i 5 Stelle in Regione la relazione dimostra che «gli errori che hanno portato al caos vaccini in Lombardia sono politici, non tecnici. L’assessore al Welfare Letizia Moratti e Guido Bertolaso hanno deciso di puntare sul portale Aria, pretendendo performance irraggiungibili in così poco tempo. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: ritardi, disagi e over 80 ancora in attesa di essere convocati».

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