Vaccini anti Covid nella Bergamasca
Finora somministrate 50 mila dosi

Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats di Bergamo, fa il punto in un’intervista. «Over 80, la campagna è partita bene, in linea con la media regionale, 38 mila le adesioni». «La carenza di medici e infermieri è la cosa che ci preoccupa di più». Finora 100 volontari, ma ne servono 2.000.

«Se ce la faremo? Certo che sì, non ho dubbi. Non solo perché vogliamo farcela, ma perché stiamo dimostrando che con la giusta organizzazione e la collaborazione di tutti si riescono a raggiungere risultati importanti». Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats, parte dalla fine, quella auspicata da tutti, nel tracciare un primo bilancio della campagna vaccinale.

Partiamo dai numeri: come è iniziata la campagna vaccinale?
«Direi bene, con una grande partecipazione e nessun problema organizzativo che non si potesse risolvere nel giro di poco».

In numeri?
«A oggi abbiamo somministrato 50mila dosi di vaccino, mi pare un buon numero».

E l’adesione degli over 80?
«A giovedì eravamo a 38mila, quindi vicini al 60% del target. Sono numeri che dimostrano il grande desiderio della popolazione di avvicinarsi alla vaccinazione e di uscire da questo incubo. Dati che ci fanno davvero ben sperare».

In media con quelli regionali.
«Tendenzialmente direi di sì».

Ecco, i vaccinabili ci sono, ma i vaccini?
«In queste settimane, come tutti sappiamo, ci sono state delle difficoltà di consegna e di natura abbastanza strutturali. Ora però la situazione si sta stabilizzando e ci aspettiamo che nelle prossime settimane la distribuzione possa aumentare in modo tale da far fronte a tutte queste adesioni e procedere ancora più celermente nella somministrazione».

Quindi l’avvio della campagna sugli over 80 vi soddisfa?
«Sì, e vorrei anche ricordare che i tempi sono stati anticipati e più volte. Prima si pensava a marzo, poi a fine febbraio e infine si è deciso un ulteriore anticipo al 18. I tempi sono ristretti e stiamo cercando di serrare le fila per dare le migliori prestazioni possibili».

La prossima settimana la Regione avrebbe intenzione di dare il via alle adesioni del mondo della scuola, altro settore delicato.
«Stiamo definendo la programmazione con le indicazioni che ci verranno date».

Lo ritiene un obiettivo possibile?
«Dobbiamo verificarlo con la Regione, ma di certo le categorie che ora attendono un segnale sono quelle del mondo della scuola e delle forze dell’ordine. Saranno loro le prossime a venire coinvolte nella campagna vaccinale».

In attesa del bersaglio grosso, la fase massiva.
«Al momento è prevista da metà aprile e verrà strutturata soprattutto attraverso le sedi esterne ai poli ospedalieri in una serie di spazi che stiamo individuando e verificando. Alcuni sono già pronti come Spirano, altri in corso d’allestimento come Chiuduno».

Ed è arrivato il via libera di Promoberg per la Fiera di via Lunga.
«Stiamo lavorando anche con loro per consentire l’apertura e soprattutto definire un accordo: chiaramente il primo passaggio da compiere è questo».

Ci saranno altri hub in città? Si parlava anche del Palacreberg.
«Lo valuteremo, potrebbe anche essere ma è ancora tutto in itinere».

Una decina di giorni fa avete chiamato a raccolta medici e infermieri volontari a sostegno della campagna vaccinale: quale è stata la risposta?
«Al momento sono arrivate un centinaio di candidature e abbiamo aperto un’interlocuzione con tutta una serie di realtà che potrebbero mettere a disposizione volontari. Siamo in fase di reclutamento».

Sì, ma abbastanza lontani dal target che vi eravate dati. O meglio, da quello necessario per la campagna: 1000 medici e altrettanti infermieri.
«Vero. Non nego che il tema del personale sia quello più delicato e probabilmente più critico».

Ma con questi presupposti l’obiettivo del Piano Bertolaso di vaccinare tutti per fine giugno è sostenibile?
«Ci hanno dato dei tempi e faremo in modo di rispettarli».

Ok, ma cosa vi preoccupa di più, la carenza di personale o di vaccini?
«Onestamente la prima, sarà quello il vero collo di bottiglia».

Crede anche lei che tra aprile e maggio ci sara molta più disponibilità di vaccini, compreso quello monodose di Jannsen?
«Così ci è stato detto, e questo semplificherebbe molto la somministrazione, soprattutto da parte dei medici di medicina generale».
La loro risposta non è stata massiccia per il momento, mi pare...
«La campagna è lunga, conto sulla collaborazione di tutti».

Vi aspettate un’adesione forte anche alla campagna massiva?
«Assolutamente sì».

Saranno raccolte ancora nello stesso modo degli over 80?
«Sì, il sistema ha funzionato bene e penso si utilizzeranno strumenti analoghi».

C’è qualche fascia che vi preoccupa di più?
«Sicuramente i pazienti non trasportabili, la loro è la situazione più delicata e impegnativa: stiamo parlando di 9.500 persone».

Nel frattempo la situazione dei contagi è tornata a salire.
«Purtroppo i numeri stanno aumentando e ci preoccupano. Dobbiamo però sottolineare che la crescita è dovuta molto alle varianti e alle nuove procedure di tracciamento. Il fatto di dover risalire ai contatti di 14 giorni prima cambia molto: c’è stato un caso di un positivo alla variante inglese per il quale in Val Seriana abbiamo dovuto tracciare 300 persone, tanto per capire la complessità della situazione».

Permette una domanda politica? Ma questi continui cambi ai vertici della sanità in Regione non rischiano di complicarvi il lavoro?
«È una domanda che va fatta ai politici, non a me».

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