Vaccino antinfluenzale, 119 sedi in provincia
In città 16: «Sarà coperto ogni quartiere»

La mappa è quasi pronta. Ats: «L’obiettivo è la prossimità ai cittadini».

Questione di ore e ogni tassello del puzzle andrà al suo posto. Lo assicura Ats, dopo la fuga in avanti della Regione che ieri ha annunciato che in Bergamasca saranno 119 le sedi vaccinali, di cui 16 in città. L’Agenzia di tutela della salute è partita da tempo alla ricerca di spazi alternativi, laddove gli studi dei medici di medicina generale non siano sufficienti ad accogliere i pazienti per l’antinfluenzale. Una campagna di prevenzione che quest’anno coinvolgerà una platea allargata (ma sempre a partire dai soggetti più fragili) per evitare una «sovrapposizione» di sintomi con il Covid, e che quindi necessita di più spazi, per evitare pericolosi sovraffollamenti. Si parla di 240 mila dosi per la provincia bergamasca e di 2,5 milioni per il territorio lombardo.

Ats è ancora abbottonata nel fornire l’elenco delle sedi, alle prese con gli ultimi aggiustamenti definitivi, ma già oggi la mappa potrebbe essere disponibile. La filosofia di base è coprire tutti i quartieri cittadini - un po’ come si sta facendo per i Comuni della provincia - per garantire al cittadino la prossimità del servizio. L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera aveva riconosciuto come l’interlocuzione tra Ats e amministrazioni comunali fosse in fase avanzata per il reperimento dei nuovi spazi, ora sottoposti a sopralluoghi per verificarne l’idoneità. E ieri ha annunciato che il piano è pronto, fornendo i numeri regionali (hanno già aderito 4.999 medici di famiglia e 528 Comuni hanno messo a disposizione oltre 700 spazi per supportare le operazioni) e anche per Bergamo: 256 i medici di medicina generale che hanno chiesto ad Ats di trovare degli spazi alternativi ai propri studi non ritenuti idonei, 93 i Comuni con cui si sta collaborando e 119, appunto, le sedi vaccinali recuperate, di cui 16 nel capoluogo. I dati saranno aggiornati da Ats, ma l’ordine di grandezza sarà più o meno questo (con forse qualche medico in più bisognoso di spazi). Gli ambulatori saranno allestiti in palazzetti, tensostrutture e centri civici, allestiti per la seconda metà di ottobre quando si partirà con le vaccinazioni a tappeto. «Le nostre Ats hanno predisposto i piani operativi territoriali – spiega l’assessore Gallera – in continua evoluzione, riscontrando una forte adesione da parte dei medici di famiglia. Si parte dalla seconda metà di ottobre con i pazienti fragili e le donne in gravidanza. A novembre gli over 65, seguiti dagli operatori sanitari e i bambini fino al sesto anno, infine gli over 60 sani». Precisando appunto la «distribuzione»: «Le vaccinazioni saranno eseguite all’interno degli studi professionali, laddove possibile, nei centri vaccinali delle Asst e negli spazi (centri civici, palestre, oratori) messi a disposizione dai Comuni a supporto delle attività degli operatori sanitari nel rispetto delle regole anti Covid».

Sui quantitativi recuperati e sulla disponibilità dei medici, l’esponente della Giunta Fontana ancora una volta ha rassicurato: «Per questa campagna vaccinale abbiamo acquistato l’80 per cento delle dosi in più rispetto all’anno scorso. Si tratta di prodotti innovativi, ad altissima protezione per i più fragili e gli ospiti delle Rsa, vaccini quadrivalenti per gli over 60 e gli operatori sanitari e dosi spray per i bambini». L’arruolamento dei medici di base prosegue giornalmente. «L’accordo integrativo con le organizzazioni sindacali dei Pediatri di famiglia raggiunto – aggiorna – potrà garantire l’adesione di ulteriori professionisti dall’inizio della campagna. L’Unità organizzativa Prevenzione della Dg Welfare sottolinea che le tempistiche individuate garantiscono una corretta copertura, considerato che negli ultimi anni il picco influenzale si è manifestato tra la fine del mese di gennaio e gli inizi di febbraio».

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