Vaccino influenzale, in farmacia non c’è
ma spunta la «bufala» dell’omeopatico

Capita in città, ma gli esperti invitano alla prudenza. Clavenna (Mario Negri): «Non c’è protocollo che ne garantisca l’efficacia». De Amici (Ordine dei farmacisti): «Una leggerezza».

«Disponibile vaccino omeopatico antinfluenzale 2020». Succede a Bergamo, nel cuore della città, dove il cartello campeggia sullo scaffale di una farmacia pieno zeppo di medicinali, per l’appunto, omeopatici. Ma esiste davvero un vaccino omeopatico contro l’influenza? E si ha garanzia della sua efficacia? La risposta degli esperti è perentoria: «No - spiega Antonio Clavenna, responsabile dell’unità di Farmacoepidemiologia dell’Istituto Mario Negri di Milano -, già accostare la parola vaccino all’aggettivo omeopatico ci induce a cadere in un ossimoro».

« I vaccini per definirsi tali devono seguire un protocollo estremamente rigido costituito da più fasi, inclusa la sperimentazione sull’uomo, al termine delle quali si hanno dati a sufficienza per ritenere l’antidoto sicuro ed efficace - continua Clavenna -. Ecco, questo iter non è seguito dai composti omeopatici. Che, in generale, per essere messi in commercio hanno bisogno soltanto di una mera notifica al Ministero: non devono essere corredati di dossier o di studi clinici che ne dimostrino l’efficacia, nè tantomeno – al contrario dei farmaci tradizionali - devono essere sottoposti all’approvazione dell’Agenzia del Farmaco».

Non solo: «Perchè sia efficace - il vaccino contro l’influenza non può essere somministrato per via orale (così come suggerito per il prodotto omeopatico in questione, ndr) poiché l’ambiente acido dello stomaco degrada a tal punto gli antigeni del virus da renderli inefficaci. Ecco perchè il vaccino antinfluenzale viene iniettato nel muscolo, dove è effettivamente in grado di attivare gli anticorpi e stimolare la risposta del sistema immunitario». E se Clavenna è categorico, lo è altrettanto Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ircss Galeazzi di Milano: «Un vaccino omeopatico contro l’influenza? Non scherziamo. E, soprattutto, non generiamo confusione, magari pure voluta, nei cittadini. Un vaccino per essere definito tale deve essere testato, e nel caso dei composti omeopatici non ci sono prove scientifiche prodotte da trial clinici. Ripeto: su questo argomento non scherziamo». Nessuno, tantomeno gli esperti, intende demonizzare i composti omeopatici: quel che la comunità scientifica rileva è che non è corretto «vendere» un composto per un vaccino. Soprattutto in un contesto così delicato come quello attuale.

Contesto nel quale, peraltro, le farmacie che sponsorizzano presunti vaccini omeopatici non concedono alternative, non essendoci in commercio – ad oggi – i veri vaccini antifluenzali. «E difatti la farmacia bergamasca ha sbagliato – afferma il presidente dell’Ordine dei Farmacisti Ernesto De Amici –. Un conto è proporre un composto che stimola le difese immunitarie, un altro è definirlo vaccino. Non voglio credere ci sia dolo, piuttosto credo si sia commessa una leggerezza che non deve essere ripetuta. Non possiamo generare confusione nei cittadini». È d’accordo anche Giovanni Petrosillo, numero uno di Federfarma Bergamo: «Rischiamo che chi assume i composti omeopatici venduti come vaccini si creda poi protetto dal virus dell’influenza, senza esserlo davvero. Non possiamo permetterlo».

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