Val Carisole, si tratta ancora per l’apertura
Domani nuovo incontro in Regione

Gli impianti sciiistici. Sabato il vertice tra enti locali, curatori e la società che si è fatta avanti per la gestione. Criticità per il sostegno economico chiesto dai proponenti, il confronto resta aperto.

Nessuno per ora pensa di gettare la spugna: troppo importante cercare, pur al fotofinish, di salvare la stagione sciistica in alta valle. Ma dall’incontro di sabato 19 ottobre è emerso con chiarezza che dei nodi da sciogliere, non marginali, ci sono. Sul tavolo la proposta di Stefano Dentella della «Sviluppo Monte Poieto», che ha avanzato un’ipotesi di affitto con opzione di acquisto cauzionata della seggiovie di Val Carisole (Valgussera, Conca Nevosa e Alpe Soliva), col relativo impianto di innevamento artificiale: oggi il tutto è in mano al Fallimento Brembo Super Ski. Sabato se ne è parlato con i curatori fallimentari, il presidente della Comunità montana Valle Brembana Jonathan Lobati e i sindaci di Carona, Giancarlo Pedretti, e di Foppolo, Gloria Carletti.

All’uscita, da parte di tutti, poche parole e l’intento di approfondire. I nodi sembrano soprattutto due. Il primo sarebbe la richiesta, da parte del privato, di un contributo pubblico a sostegno dell’operazione. A fronte di 100 mila euro di affitto stagionale e 300 mila di cauzione (da lasciare alla curatela in caso di mancato acquisto, a fine stagione e dopo le valutazioni del caso, degli impianti), la «Sviluppo Monte Poieto» chiederebbe agli enti 150 mila euro. Ci sarebbe inoltre la richiesta di ottenere una riduzione dell’affitto per gli impianti di Foppolo (Quarta Baita e Montebello), che la stessa società vorrebbe prendere in gestione nell’ottica, condivisa dal territorio, di mantenere unito il comprensorio.

Quello del contributo pubblico appare il passaggio più delicato: gli enti (in primis il Comune di Carona, direttamente coinvolto) sarebbero a dir poco perplessi sulla possibilità, prima di tutto sul piano normativo, di dare fondi a un progetto privato senza un bando. Tra le alternative sollevate ci sarebbe quella (già peraltro tentata quest’estate dal Comune di Carona) di mettere invece in campo una società mista pubblico-privata, che tra l’altro avrebbe anche maggiore facilità, è l’ipotesi, nell’intercettare finanziamenti da altri enti. Il tutto però va verificato nella pratica, a partire dalle disponibilità dei soggetti in campo e soprattutto dei tempi, che certo non sono abbondanti.

Anche uno «sconto» di rilievo su Foppolo è tutto da verificare: il Comune ha affittato negli anni scorsi, tramite bando, a 140 mila euro annui, e non vuole incorrere in possibili contestazioni. Insomma, la via è stretta, e forse a confermarlo è anche il «no comment» dal sentore un po’ scoraggiato, a fine riunione, di Lobati. L’intenzione di fare tutto il possibile è comunque confermata dai sindaci dei due Comuni più direttamente coinvolti. «Dobbiamo capire come trovare la quadra, ci riaggiorneremo già all’inizio della prossima settimana», spiega Carletti. «L’incontro, di approfondimento delle linee guida della proposta, è stato molte utile. Ora sarà necessaria una valutazione attenta – puntualizza Pedretti – cercando di affrontare le criticità, nel rispetto dei paletti normativi. Certo l’impegno è tutto diretto a far partire la stagione sciistica». La disponibilità resta anche da Dentella, dalle cui parole traspare però come gli esiti non siano scontati: «Pur non avendo verificato all’incontro odierno la indispensabile convergenza di tutte le parti interessate – precisa – confermo la sostanza della mia proposta e la convinzione che solo la gestione integrata di tutte le stazioni della valle sia economicamente sostenibile, oltre che volano di sviluppo con il potenziamento dell’offerta ed il recupero delle stazioni oggi chiuse (San Simone e Torcola Soliva di Piazzatorre)».

Le possibili, pesanti conseguenze di una chiusura della stazione erano state evidenziate pochi giorni fa anche in una delibera della giunta della Comunità montana, in cui si osservava come lo stop «anche solo per una stagione invernale, causerebbe riflessi economico-sociali disastrosi per l’intera valle, con lo spostamento definitivo della clientela abituale verso altre località sciistiche con ripercussioni durature e difficilmente quantificabili». Anche se non manca chi fa notare che, fin qui, la reazione del territorio e degli operatori a questo rischio è apparsa un po’ tiepida, forse nella convinzione che alla fine una soluzione si troverà.

Un’altra occasione per discutere gli scenari arriverà domani, lunedì 21 ottobre, quando è prevista un’audizione proprio sul tema degli impianti sciistici in commissione Montagna, alla presenza anche dell’assessore regionale Massimo Sertori. Interverranno i sindaci di Foppolo e Carona, Lobati per la Comunità montana, i curatori fallimentari e Massimo Fossati per l’Anef, l’Associazione nazionale enti funiviari.

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