«Val Seriana meno a rischio
in caso di seconda ondata»

Gli esiti definitivi dei 22.559 test: quasi una persona su due è stata contagiata. A Nembro il 48,8%. In tutta Bergamasca, il 24%, la più alta d’Italia.

«Siamo vicini all’immunità per una vasta fascia della popolazione in Val Seriana». Il territorio che più ha pagato, adesso, spera. Di essere ben protetto, di avere (letteralmente) gli anticorpi necessari per non finire (ri)travolto dallo tsunami.

I dati sembrano rassicurare: e difatti Ats Bergamo si mostra ottimista - di quell’ottimismo cauto, che va ben dosato - nell’illustrare i risultati definitivi dell’indagine epidemiologica condotta insieme a Regione Lombardia proprio in Val Seriana.

Dai 22.559 test sierologici effettuati sui residenti nei 18 Comuni dell’Ambito emerge che il 41,8% della popolazione (9.431 persone) ha sviluppato anticorpi: quasi un cittadino su due è stato contagiato e ha prodotto Igg, quelle immunoglobuline «cicatrici» che l’infezione da covid-19 lascia nei pazienti nella seconda fase, non quella iniziale, della malattia. Sono, generalmente, gli anticorpi responsabili della protezione «a lungo termine»: e ad averli sviluppati, in Val Seriana, ci sono soprattutto persone (43% sul totale) tra i 55 ed i 74 anni di età.

Il nodo dell’immunità

Guardando il bicchiere mezzo pieno, i dati suggeriscono che quasi la metà della popolazione della zona più colpita dalla pandemia, adesso, è immune. Attenzione: adesso. Allo stadio attuale. Non sapendo quanto resistono gli anticorpi, gli esperti non sanno ancora con esattezza quanto durerà l’immunità.

«Ma siamo cautamente ottimisti – spiega Alberto Zucchi, direttore del Servizio epidemiologico aziendale di Ats Bergamo -. Da uno studio che abbiamo compiuto internamente sui dipendenti di Ats contagiati dal covid è risultato che a distanza di quattro mesi la presenza di Igg è ancora evidente: gli anticorpi ci sono ancora, e in buona quantità. Naturalmente parliamo di un piccolo osservatorio che andrà allargato anche all’esterno dell’azienda, continuando a studiare l’evoluzione della risposta anticorpale nei prossimi mesi con un lavoro di follow up. Quel che possiamo dire sin da ora, però, è che l’elevato tasso di contagio in Val Seriana ha creato una situazione in cui, in particolare per la fascia da 55 a 79 anni di età, è presente una rilevante quota di popolazione attualmente immune: significa che, pur non essendo di fronte ad un’immunità di gregge che si raggiunge con almeno il 65% di platea contagiata, il territorio corre meno rischi di fronte ad un’eventuale seconda ondata».

Entrando nei dettagli dei risultati dell’indagine condotta in Val Seriana, a essere risultati positivi al test sierologico e agli anticorpi ci sono soprattutto i cittadini di Nembro – quasi uno su due, con il 48,8% - seguiti da quelli di Albino (42,6%) e di Alzano Lombardo (34,8%).

Il dato provinciale

Messi a confronto con il dato provinciale, i risultati diventano eloquenti: secondo Istat e Ministero (che hanno compiuto a loro volta un’indagine epidemiologica a campione) in provincia di Bergamo il 24% della popolazione (percentuale più alta in tutta Italia) ha sviluppato anticorpi. Praticamente un cittadino su quattro. In Val Seriana, invece, il dato schizza a (quasi) un cittadino su due. «Valori proporzionali all’impatto di Covid19 su questi Comuni nel corso dell’epidemia» commenta l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.

Ai 9.431 residenti in Val Seriana risultati positivi al test sierologico è stato fatto anche il tampone, per verificare la presenza dell’infezione e l’eventuale contagiosità: l’esame – processato per la quasi totalità della platea, ovvero 8.979 persone - è risultato positivo solo nell’1,7% dei casi (154 cittadini) e debolmente positivo nello 0,4% della platea (39 residenti).

«Dal test i programmi»

«I dati che sono emersi sono utili a comprendere meglio quanto accaduto, e ci consentono di programmare il futuro non sulla base di impressioni o dati parziali, ma sulla base di una metodologia e strumenti validati – dice Massimo Giupponi, direttore generale dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo –. Il lavoro di rete messo in campo su un territorio così vasto come la Bassa Valle Seriana, con la collaborazione dei Comuni, delle Asst e dell’Istituto Mario Negri, ha consentito anche di testare una macchina organizzativa: macchina che diventa un patrimonio del nostro territorio, particolarmente importante in previsione del Piano emergenza autunno, che avrà bisogno della collaborazione di tutti quanti hanno competenze da mettere in campo».

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