Ventenni investiti a Paladina, il dolore
di due famiglie e degli amici

La mamma di Brahim, 24 anni: «Era un ragazzo adorabile. Ora chiarezza sulla dinamica». Gli amici di Driss, 21enne: «Siamo sconvolti».

«Era un ragazzo buono e gentile: anche le mamme dei suoi amici continuano a chiamarmi, per dirmi che per loro era come un figlio, e stanno venendo tante persone a trovarci per dimostrarci il loro affetto». La mamma di Brahim Amine Ben Faresse ricorda con orgoglio e tenerezza il suo amato figlio che, nella notte tra sabato e domenica, a soli 24 anni, è morto in circostanze tragiche insieme all’amico Driss Ouaissa, 21 anni, entrambi investiti da un’auto sulla Villa d’Almè-Dalmine nei pressi del disco-bar «Evolution» di Paladina.

«Sono arrivate anche molte telefonate dal Marocco ed è venuto a trovarci il suo datore di lavoro, dicendoci che Brahim era buono ed educato». Il momento è drammatico , ma la mamma di Brahim chiama a raccolta tutte le sue forze per cercare di trasmetterci quant’era buono suo figlio, e lo fa all’interno dell’abitazione familiare in viale Giulio Cesare, ricordandolo insieme al padre, il fratello ventenne, la sorellina di 9 anni, Giulia che da 8 anni era fidanzata con Brahim. Mentre i familiari con la mente si sforzano, commossi, di sfogliare l’album dei ricordi, in casa è un continuo viavai di parenti e amici che portano il loro cordoglio e la loro vicinanza.«Lui era adorabile - dicono - simpatico, sempre disponibile ad aiutare il prossimo e dava affetto a tutta la famiglia». Brahim era nato in Marocco ma era arrivato in Italia a soli 11 mesi. All’inizio, insieme alla famiglia, aveva vissuto ad Albino, poi nel 2004 si erano trasferiti in Borgo Santa Caterina, per spostarsi in viale Giulio Cesare nel 2011.

Sempre ben integrato, aveva frequentato la scuola primaria Alberico da Rosciate, la secondaria Codussi e le superiori al Patronato San Vincenzo. Appassionato di palestra e calcetto, dopo qualche lavoretto nell’ambito della falegnameria, aveva lavorato nel settore ortofrutticolo e come operaio metalmeccanico, per poi fare l’operaio logistico a Paladina.

«Ringraziamo Gabriele, il suo datore di lavoro della cooperativa Pak Logistics che, insieme al padre, ci è molto vicino in questi momenti difficili, così come teniamo a ringraziare tutte le persone che ci stanno mostrando affetto (compresi i parenti e la comunità musulmana di Bergamo), confermando che Brahim era davvero una persona speciale». I familiari faticano a tornare col pensiero alla tragedia, ma oltre a chiedere più sicurezza sul luogo dell’incidente, vogliono lanciare un appello: «Chiunque abbia visto qualcosa vada a parlare con la polizia. Noi siamo confusi sulla dinamica dell’accaduto e, se da una parte chiediamo riservatezza, dall’altra vogliamo che venga fuori tutta la verità».

Anche il ventunenne Driss Ouaissa era di origini marocchine e anche lui era ben integrato a Monterosso, quartiere nel quale viveva. «Io lo conoscevo da molti anni - ricorda l’amico Sayf Jawhry - e lo consideravo un fratellino». Driss aveva perso il padre qualche mese fa, abitava a Monterosso con la mamma e il fratello minore e da settembre lavorava in Amazon a Cividate al Piano. I suoi amici sono tutti sconvolti. Nel quartiere è partita anche una colletta per aiutare la famiglia a sostenere le spese delle esequie. «Per un periodo avevo lavorato con lui - continua Sayf - e ne ero contento. Ci vedevamo tutti i giorni: mi aveva chiamato anche sabato verso mezzanotte, ma ero a casa e ho visto le chiamate domenica mattina, quando purtroppo ho anche saputo della tragedia. Erano due bravi ragazzi e questo dramma ha sconvolto tutti noi».

Per far luce sulla vicenda, la procura ha disposto l’autopsia sulle salme, in programma domani.

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