Il cardellino minacciato da calo degli habitat, diserbanti e fitofarmaci

Avifauna in pericolo. Già nell’antica Roma era conosciuto per il nome derivante dalla pianta del cardo, di cui apprezza molto i semi. Il cardellino, in zoologia Carduelis carduelis, è un piccolo uccello passeriforme di 10-12 centimetri di lunghezza e di peso fino a 30 grammi, appartenente alla famiglia dei Fringillidi. L’aspetto ha caratteristiche distintive ben precise, rispetto ad altre specie simili, per la tipica macchia rossa sul capo e l’ampia banda alare gialla, per la nuca nera così come la coda e le ali, per le parti laterali del capo bianche. Il piumaggio sul resto del corpo ha varie tonalità di marrone.

Già nell’antica Roma era conosciuto per il nome derivante dalla pianta del cardo, di cui apprezza molto i semi. Il cardellino, in zoologia Carduelis carduelis, è un piccolo uccello passeriforme di 10-12 centimetri di lunghezza e di peso fino a 30 grammi, appartenente alla famiglia dei Fringillidi. L’aspetto ha caratteristiche distintive ben precise, rispetto ad altre specie simili, per la tipica macchia rossa sul capo e l’ampia banda alare gialla, per la nuca nera così come la coda e le ali, per le parti laterali del capo bianche. Il piumaggio sul resto del corpo ha varie tonalità di marrone.

La specie dal bel canto diminuita del 52% già tra 1992 e 2001

Il cardellino è un uccello esuberante, ha abitudini diurne, cerca il cibo tra l’erba alta e il terreno, è granivoro, cibandosi essenzialmente di semi e granaglie, soprattutto semi, maturi o ancora verdi, di cardo e di girasole. Nel periodo riproduttivo non disdegna piccoli insetti, come ad esempio gli afidi delle rose, che apportano proteine, oltre a semi di acetosa, cicoria, romice, senecio, tarassaco, crespigno, bacche e frutta, cibo trovato in ambienti semiaperti e anche nelle aree verdi dei centri abitati. Verso sera torna sui posatoi al riparo tra i rami degli alberi, dove riposa.

Patisce molto il degrado ambientale delle aree agricole

L’habitat naturale è costituito da zone alberate, a terra si muove saltellando, ma preferisce spostarsi volando tra i rami bassi degli alberi preferiti, cipressi, robinie, ontani, alloro e ligustro, dove usa il becco robusto, adatto a spezzare e a perforare i semi. Un’altra caratteristica distintiva del cardellino è la melodia del canto, di solito il trillo del maschio, che lo rende uno degli uccelli più ricercati e allevati in Europa. Quando i cardellini si muovono in piccoli stormi, i bracconieri utilizzano i richiami cinguettanti (detti zic) per attrarre gli esemplari da catturare che poi, spesso, sono ibridati con i canarini per ottenere i cosiddetti «incardellati», anch’essi apprezzati per il canto.

Non cacciabile, è vittima di abbattimenti e di detenzioni per ottenere ibridi, anch’essi apprezzati per le doti canore

In Lombardia il cardellino frequenta le zone di media montagna, nel tardo autunno tende a migrare verso i fondovalle e la pianura. Sul territorio orobico, secondo le ricerche compiute dal Gruppo Ornitologico Bergamasco qualche anno fa, in pianura predilige spazi aperti, alberature rade, filari arborei e siepi naturali. Nelle aree edificate frequenta giardini, viali con filari arborei e parchi urbani. Nelle fasce collinari è accertata la presenza in orti, frutteti, zone incolte, arbusteti e siepi naturali. Nei fondovalle preferisce le zone ai margini di boschi di latifoglie radi prospicienti a spazi aperti, mentre a quote più alte è segnalata la presenza in radure ai margini di faggete (Valtorta, Monte Alben) e di boschi di abete rosso (versanti del Monte Pora).

Il caratteristico trillo del maschio lo rende uno degli uccelli più ricercati e allevati in Europa

Il declino, secondo le ricerche degli studiosi, è iniziato già dal 2001, soprattutto in Lombardia. Tra il 1992 e il 2007 è stata riscontrata una riduzione del 52% rispetto alle 50mila coppie presenti prima del periodo considerato: la diminuzione è confermata anche dai risultati del progetto MITO2000, che rileva, tra i fattori di vulnerabilità, l’eliminazione di habitat idonei per la nidificazione e l’effetto negativo dell’uso di diserbanti e fitofarmaci. Tra le diverse cause del declino del cardellino c’è anche la predazione delle uova da parte di altri uccelli, gazza, gheppio e cornacchia grigia.

Quando i cardellini si muovono in piccoli stormi, i bracconieri utilizzano i richiami cinguettanti

Le nidiate sono perse anche quando si verificano venti forti, nel caso in cui i nidi siano costruiti nella parte terminale dei rami. Seppure rientri tra le specie non cacciabili (secondo la legge n. 157 del 1992), il cardellino è oggetto di abbattimenti e di detenzioni illegali per la cattura di pulcini, portati via dal nido con lo scopo di essere allevati in gabbia ed essere incrociati con altri fringillidi. In generale, le problematiche riguardano per lo più il degrado ambientale delle aree agricole.

Le nidiate nella parte terminale dei rami perse anche quando si verificano venti forti

Nell’arte simbolo della passione

Il canto ha da sempre ispirato la fantasia di scrittori e musicisti, con opere come «Il Gardellino» del compositore Antonio Vivaldi.

Nella storia dell’arte il cardellino è simbolo della passione di Cristo perché, secondo la tradizione, avrebbe estratto le spine della corona che trafiggeva Gesù Cristo crocefisso macchiandosi di sangue, da cui il colore sul capo. Tra le opere più celebri, la «Madonna del cardellino» di Raffaello del 1506, conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze: rappresenta la Madonna seduta su una roccia con accanto due fanciulli che giocano con un cardellino: San Giovanni Battista lo regge, mentre Gesù lo accarezza. Federico Barocci, considerato il precursore del barocco, dipinge intorno al 1575 una tela, esposta alla Galleria nazionale di Londra, la «Madonna del gatto», che rappresenta la Sacra Famiglia con la Vergine seduta mentre sta allattando Gesù Bambino; il braccio destro tiene il piccolo San Giovanni che, con un cardellino in mano, si diverte a provocare la reazione di un gatto bianco a macchie rossicce, seduto su due zampe, mentre San Giuseppe, dall’aspetto molto anziano, osserva divertito la scena.

Al trecentesco Jacopo del Casentino è attribuita una tavoletta denominata «Madonna con Bambino», dove il Bambino tiene un cardellino legato a un filo. Giambattista Tiepolo dipinse, tra 1667 e 1770, «La Madonna del cardellino», dove Gesù Bambino tiene in mano un cardellino, simbolo della sua passione in Croce.

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