Val d’Adda, quella grotta preziosa un ambiente da tutelare

Paesaggi interni. È l’unico habitat conosciuto di un coleottero che sta scomparendo a causa dell’inquinamento. Per questo motivo la sua conservazione assume ancora maggior rilievo. La Grotta di Val d’Adda è un’interessante cavità sotterranea che si apre sopra la borgata di Ca’ Contaglio, a Sant’Omobono Terme, a 560 metri di quota, dove ha inizio il torrentello a regime intermittente che attraversa da nord la località.

È l’unico habitat conosciuto del coleottero Boldoria (Pseudoboldoria) schatzmayri, che sta scomparendo a causa dell’inquinamento. Per questo motivo la sua conservazione assume ancora maggior rilievo. La Grotta di Val d’Adda è un’interessante cavità sotterranea che si apre sopra la borgata di Ca’ Contaglio, a Sant’Omobono Terme, a 560 metri di quota, dove ha inizio il torrentello a regime intermittente che attraversa da nord la località.

«Il torrentello nasce poco sotto l’ingresso della cavità e la attraversa», spiega Franco Ravanelli, presidente del Gruppo Speleologico Valle Imagna, che organizza le visite nella grotta. «L’acqua sgorga attraverso il detrito ghiaioso. Nei tempi passati, la cavità è stata soggetta ad opere di captazione: di questo periodo restano purtroppo varie tracce, di cui le più evidenti sono tutti i lunghi tratti di tubo che attraversano l’ambiente».

Le concrezioni della cavità di Ca’ Contaglio a Sant’Omobono Terme sono state depredate, quelle nei punti più alti rimaste intatte

La grotta è percorribile facilmente nel primo tratto, mentre la seconda parte diventa stretta e alta in corrispondenza di varie fasce di fratture. «Dopo una prima strettoia agevole a chiunque, attraverso la quale si entra all’interno della cavità – racconta Franco Ravanelli –, la grotta si sviluppa in cinque salette, tutte visitabili, due delle quali presentano dei laghetti interni, e intervallate da meandri alti e stretti. Per questo motivo la visita è consigliata a persone sportive, che non abbiano problemi nella progressione in contrapposizione, cioè in semi-arrampicata appoggiandosi su entrambi le pareti laterali. Non c’è la necessità di attrezzature speciali: il caschetto e l’impianto illuminazione sono forniti dal nostro Gruppo».

Una varietà di morfologie

Nella grotta si possono ammirare interessanti concrezioni, anche di grosse dimensioni. «Purtroppo, però, molte di queste concrezioni, nel corso del tempo, sono state rotte per essere portate via: in questo modo si è rovinata la bellezza naturale della grotta. Quelle intatte si trovano soprattutto sul soffitto, in posti poco accessibili. Nella saletta laterale tra il primo e il secondo laghetto si incontrano poi molte belle stalagmiti, stalattiti e drappeggi di calcare. Dopo la strettoia per entrare nella saletta laterale c’è il punto con più concrezioni perché è di difficile accesso: numerose sono le cannule e le piccole stalattiti e stalagmiti, tra cui spicca una alta un metro». All’interno si notano varie morfologie, che fanno presumere la formazione della grotta per l’azione di acque idrotermali.

Le acque sono inquinate a causa di alcune fratture sotterranee

«Notevoli sono gli scallops, i segnali lasciati dall’erosione della corrente dell’acqua sulla roccia, nella forra a metà del percorso di visita, che spesso superano i 30 centimetri di lunghezza. Inoltre, in più punti, si vedono cupole e lame di roccia molto sottili. Le acque della grotta, purtroppo, sono inquinate», conclude Ravanelli. «Per questo motivo si può dedurre che fratture sotterranee mettano in comunicazione diretta le fessure e le cavità carsiche di Costa Valle Imagna con quelle di Ca’ Contaglio». Sull’origine del nome Val d’Adda non si hanno notizie certe.

Uno scrigno da salvaguardare. Le visite guidate sono adatte a persone sportive

Piccolo coleottero a rischio

La Boldoria (Pseudoboldoria) schatzmayri, piccolo coleottero cieco lungo circa 2 centimetri, presente nella Grotta di Val d’Adda, sta scomparendo a causa dell’inquinamento.

All’interno con il Gruppo Speleologico Valle Imagna

Le visite sono organizzate dal Gruppo Speleologico Valle Imagna e hanno una durata di circa un’ora e mezza. Il numero massimo di partecipanti è di 10 persone. È necessaria la prenotazione contattando il Gruppo Speleologico (Franco: 3478386249 o Fabrizio: 3472524661) ed è richiesto un contributo per l’assicurazione e l’attrezzatura.

Un torrentello all’ingresso

Si deve arrivare in Valle Imagna fino a Cepino di Sant’Omobono e infine Ca’ Contaglio. Subito dietro la località un torrentello scende da nord. Bisogna risalirlo, per un tempo di percorrenza di circa 15 minuti, fino all’evidente ingresso della grotta.

Cavo di acciaio nel primo laghetto

Nella terza saletta, quella dopo la forra, si incontra il primo dei due laghetti presenti nella Grotta Val d’Adda. L’ambiente è attrezzato con cavo di acciaio, che funge da corrimano per poter sorpassare il laghetto.

Il secondo laghetto verso la forra

Il secondo laghetto è nella quarta saletta, divisa dalla terza da un diaframma di roccia. I due laghetti sono collegati. Da questa sala parte la forra finale, non percorribile dai non addetti ai lavori, che termina alla sorgente del fiume interno.

Concrezioni nella saletta laterale

Nella saletta laterale, raggiungibile attraverso una strettoia semiallagata, si trova la zona più concrezionata della grotta. Qui si possono ammirare le numerose cannule e le piccole stalattiti e stalagmiti.

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