Auto elettriche: in Bergamasca superata quota mille colonnine

MOBILITÀ. Al 30 settembre scorso erano 1.075: in Italia sono oltre 47mila. La quota vendite del segmento in provincia più alta di quella nazionale.

Come è ormai noto, gli incentivi per sostituire auto a benzina o diesel con vetture full electric torneranno anche nel 2024 ma non arriveranno prima di febbraio. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy presenterà il nuovo Piano al Tavolo Automotive che si terrà il primo di febbraio. Se questo restava il provvedimento più atteso, l’altro versante per uno sviluppo più veloce dell’auto elettrica in Italia resta quello dell’installazione delle colonnine di ricarica.

Superata quota 1000

Su questo fronte Bergamo ha raggiunto un risultato: il superamento di quota mille. Al 30 settembre scorso infatti erano presenti in provincia 1.075 le colonnine di ricarica (a ciascuna postazione possono corrispondere più punti di allaccio).

Il dato è fornito da Motus-e, prima associazione in Italia costituita da operatori, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione per fare sistema e accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica. Alla stessa data, a livello nazionale i punti di ricarica erano 47.228, per un parco circolante a corrente di 217.422 veicoli, con le immatricolazioni «full electric» che nei primi 11 mesi 2023 sono state pari a 59.478 unità, con un incremento del 33,59% rispetto allo stesso periodo 2022. La quota di mercato sul totale però è ancora bassa: 4,07%. LItalia è dietro Germania (18%), Regno Unito (16,4%), Francia (16%) e Spagna (5,3%). Negli 11 mesi in Bergamasca sono state immatricolate 1.185 auto, con un incremento del 39,6% sul 2022, con una quota sul totale immatricolato del 5,48%, più alta quindi della media italiana.

Il percorso di elettrificazione della rete di distribuzione viaggia più velocemente nel nostro Paese, grazie anche ai fondi Pnrr, pari a 713 milioni di euro per i punti di ricarica pubblici. Ostacoli di natura burocratica stanno invece rendendo difficile l’approccio degli utenti privati, con 120 milioni di euro a disposizione per il triennio 2022-2024, ma per la quasi totalità fermi. Oltre alla ristretta finestra temporale per richiedere il bonus, pesano l’obbligo di utilizzo di una casella di posta elettronica certificata (Pec) ma soprattutto l’impossibilità di essere supportati nelle pratiche da chi ha venduto l’infrastruttura. Il bonus copre l’80% dei costi di acquisto e posa in opera delle infrastrutture di ricarica a uso domestico per privati e condomìni, rispettivamente fino a 1.500 e 8mila euro.

«Per gli incentivi 2024 - spiega Francesco Naso, segretario generale di Motus-e - che potranno contare anche sui fondi residui non erogati per i motivi già citati, sarà ora essenziale muoversi con il giusto anticipo, dando vita a una misura non retroattiva, stabile e chiara, in grado di aiutare i cittadini a beneficiare del passaggio all’auto elettrica e di stimolare un mercato, quello delle infrastrutture di ricarica, in cui l’Italia è sempre più eccellenza». Infatti su questo fronte si pone ai primi posti a livello europeo per gli incrementi (+44,1% nei primi 9 mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo 2022).

Nel trimestre luglio-settembre 2023, sempre secondo i dati Motus-e, sono stati messi a terra 2.018 nuovi punti di ricarica, che portano l’installato totale dei 9 mesi a quota 10.456, livello più alto mai osservato nel periodo. A livello regionale continua a primeggiare la Lombardia, prima regione a sfondare quota 8mila punti di ricarica sparsi sul territorio (8.094), davanti a Piemonte (4.713), Veneto (4.564), Lazio (4.558) ed Emilia-Romagna (4.050). Da segnalare infine l’accelerazione della rete di ricarica sulle autostrade, dove si registra al 30 settembre 2023 la presenza di 851 punti di ricarica (+541 rispetto a un anno fa), in quasi un terzo delle aree di servizio italiane.

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