Corsa pagamenti digitali: ormai quasi eguagliano i contanti

LA TENDENZA. La corsa partita durante la pandemia ha un poco frenato ma l’utilizzo dei pagamenti digitali da parte degli italiani è oramai inarrestabile, trainato dalle transazioni via smartphone, bracciali e orologi.

Sembra così oramai archiviata la passione per il contante caratteristica del nostro paese (e della Germania) leggendo i dati semestrati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano dove si prevede, per fine anno, che le transazioni digitali quasi raggiungano quelle in banconote.

Crescita del 13%

Nel primo semestre del 2023 il transato dei pagamenti digitali in Italia ha raggiunto quota 206 miliardi di euro, in crescita del 13% sullo stesso periodo del 2022. «Nonostante il forte impulso derivante dalla pandemia si stia lentamente esaurendo, i pagamenti digitali a fine anno potrebbero raggiungere un valore tra i 425 e i 440 miliardi, di poco inferiore al totale del transato in contanti» rileva l’Osservatorio che però sottolinea la necessità, per il futuro, di misure mirata all’adozione degli strumenti di pagamento digitali rilevando anche i benefici in termini di lotta all’evasione dalla diffusione del digitale.

Nel rapporto si ricorda così come oltre un terzo del transato in contanti non venga dichiarato al fisco e nel 2019 il mancato gettito Iva, Irpef e Iras legato ai pagamenti in banconote, analizzando i dati dell’Agenzia delle Entrate, è stato pari a 31,6 miliardi di euro sui 36,9 miliardi di sommerso nelle transazioni.

Il tema è spesso stato al centro della polemica politica in Italia dove la soglia per l’utilizzo dei contanti è stata varie volte modificata e così le misure per favorire o obbligare all’utilizzo dei pagamenti elettronici diverse categorie commerciali e professionali. Nello scorso luglio l’Abi e l’associazione delle società che offrono servizi di pagamento, ovvero l’Apsp hanno siglato con le associazioni maggiormente rappresentative dei piccoli esercenti, piccoli commercianti Cna, Confcommercio, Confesercenti e Fipe, al tavolo al ministero dell’Economia un accordo per ridurre le commissioni per l’uso dei pos nei pagamenti sotto i 30 euro. Una intesa che arriva comunque quando il mercato e la domanda dei consumatori hanno indotto gli esercenti a largamente dotarsi di pos e le banche a ampliare la loro offerta riducendo i costi.

Si paga con cellulari e orologi

La sempre maggior popolarità di smartphone e oggetti indossabili (bracciali, orologi) con i quali si possono pagare le spese è poi uno dei veicoli di traino. Con questi strumenti infatti il transato del primo semestre raggiunge 12,2 miliardi di euro (+97%), mentre le transazioni crescono del 108% per un totale di 450 milioni». Tra i pagamenti fisici, il valore dei pagamenti «contactless» ha superato i 100 miliardi nel primo semestre 2023, continuando la sua crescita anche se a ritmi meno sostenuti rispetto al passato (+25%).

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