Donne operaie cercansi. In Val Seriana progetto dedicato alla meccanica

L’INIZIATIVA. In Acerbis, Lamiflex e Persico in sette inserite nei reparti di laminazione del carbonio. Formazione di 80 ore e contratto in staff leasing.

Quante volte è capitato - e capita ancora - di sentir dire: «Questo è un lavoro da uomini»? Ora: non è che un corso di formazione possa stravolgere lo status quo, ma può aiutare ad infrangere qualche «tabù» anche nel mondo del lavoro. Dove le donne in produzione, nella maggior parte delle aziende metalmeccaniche, sono mosche bianche.

Anche se il principale obiettivo del progetto «Mechanical millwork learning for women» (Apprendimento della lavorazione meccanica per donne) è favorire l’inserimento di figure femminili nei processi produttivi, grazie all’acquisizione di competenze specialistiche nella laminazione del carbonio, fortemente richieste dal mercato. Il progetto è decollato in Val Seriana - non è detto che non possa essere replicato altrove - e a fare da apripista sono state tre aziende: Acerbis di Albino, Lamiflex di Ponte Nossa e Persico di Nembro, in collaborazione con Confindustria Bergamo, Adecco e con Servizi Confindustria Bergamo. In una provincia - la nostra - «caratterizzata da una bassissima disoccupazione», ma «dove la componente femminile presenta tassi di partecipazione al lavoro sotto la media», si legge in una nota.

Sette le donne assunte in staff leasing da Adecco: le lavoratrici hanno un contratto a tempo indeterminato con l’agenzia e svolgono le mansioni, in questo caso, nelle tre aziende seriane. Si tratta, in alcuni casi, di donne al primo impiego, in altri di donne che hanno svolto lavori in diversi settori, dal metalmeccanico al cosmetico, dalla gomma plastica ai servizi. In comune hanno il fatto che da luglio sono state impegnate in un percorso di 80 ore di formazione in aula e training nelle aziende, dove sono state introdotte al concetto di laminazione e hanno acquisito dimestichezza con le materie prime e le tecnologie produttive utilizzate, anche partecipando ad attività di affiancamento e visita nei reparti produttivi. Una parte del corso è poi stata dedicata al tema delle «soft skills» (abilità naturali) e alla formazione per la sicurezza in azienda.

Il personale femminile

Osservando le tre aziende coinvolte nel progetto dal punto di vista della composizione dell’organico, Acerbis, nel quartier generale di Albino, su 67 dipendenti, conta 31 donne; nello stabilimento di Vall’Alta, su 172 addetti, le donne sono otto e nel distribution center di Calcinate su otto persone, una è donna. In Lamiflex, invece, non c’era personale femminile in produzione fino a due anni e mezzo fa, mentre ora è pari ad una quota del 10%. Con inserimenti in più reparti e anche al controllo qualità. E in Persico la percentuale di donne in produzione è pari al 14%: su 123 risorse 17 sono donne. Il loro inserimento in reparto si è incrementato in questi ultimi due anni, anche perché possiedono «un’evidente capacità manuale» e «una particolare attenzione alle lavorazioni di dettaglio sui materiali compositi».

Dal canto suo Marco Manzoni, vice presidente di Confindustria Bergamo per l’Education, afferma: «Confidiamo che l’esperienza possa essere la prima di analoghe iniziative in altri settori e ambiti territoriali, che potranno nascere grazie a un costante monitoraggio dei nuovi fabbisogni emergenti».

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