Economia «spaziale», le imprese bergamasche rispondono all’appello

Scenario. Dai big come Persico, RadiciGroup, Brembo a piccole realtà come Cospal fornitrice diretta della Nasa. In Lombardia il settore vale 6 miliardi. Leggi di più su L’Eco di Bergamo in edicola venerdì 6 gennaio.

C’è la tuta spaziale studiata per resistere all’ambiente marziano realizzata, tra gli altri, da RadiciGroup e Carvico, e ci sono i componenti in ceramica hi-tech di Petroceramics che fanno da esoscheletro allo scudo termico dello Space Rider, la navicella che porterà gli astronauti dell’Esa avanti e indietro dalla stazione spaziale europea. E ancora: ci sono i radar a cui ha lavorato la Cospal di Ambivere, gli studi e le ricerche di Mars Planet e, infine, il razzo Pyxis progettato dagli studenti del Politecnico di Milano con il contributo della PersicoMarine di Nembro , dell’Officina Cannarozzi di Osio Sotto, Gfm di Nembro e Milani Mec di Fara Olivana che lo scorso anno ha vinto EuRoC 2022, la competizione interuniversitaria dedicata alla tecnologia dei razzi civili. Per il razzo in gara quest’anno, Gemini, il primo alimentato da un motore ibrido a protossido di azoto, hanno contribuito Sgl Carbon di Verdello, Officina Meccanica Capitanio di Valbrembo e Inoxriva di Villa d’Adda. «In questo momento le partnership bergamasche sono nove, diversi partner hanno rinnovato la collaborazione, ma se ne sono aggiunti anche di nuovi», spiega Davide Rosato di Rovetta, project manager di Gemini.

È solo un primo elenco dei recenti progetti «spaziali» che hanno coinvolto direttamente realtà bergamasche negli ultimi mesi. Alcune sono fornitrici regolari dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, o della Nasa. La Bergamasca, infatti, attraverso il suo tessuto di Pmi altamente specializzate e flessibili, sembra riuscire a fornire quel bacino di competenze necessario all’evoluzione dell’industria aerospaziale italiana e non solo, anche se manca ancora la definizione di un vero e proprio «distretto», perché la filiera potenziale non è strutturata e le stesse aziende non si sentono ancora parte di un settore definito.

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