Gli occupati in crescita: sfiorati i livelli pre-crisi (con più indeterminato)

Focus Lombardia. Il rapporto Unioncamere evidenzia un’avanzata di 115mila posizioni nel secondo trimestre. Auricchio: mercato solido, ma ora incognite per i rincari.

Buone notizie sul fronte lavoro in Lombardia: il numero degli occupati nel secondo trimestre di quest’anno tocca infatti il livello di 4 milioni e 439 mila unità, con una crescita di ben 115 mila posizioni su base annua. È questa la principale evidenza del rapporto di Unioncamere Lombardia realizzato sulla base delle stime e dati Istat e Inps relativi al secondo trimestre di quest’anno. Prosegue quindi la fase positiva del mercato del lavoro regionale avviata nel secondo trimestre 2021, sebbene con un lieve rallentamento rispetto all’incremento già registrato nei primi tre mesi dell’anno. Il recupero dei livelli pre-Covid appare quindi quasi completato: mancano solo 30 mila occupati per tornare infatti ai valori del 2019.

Prosegue la fase positiva del mercato del lavoro regionale avviata nel secondo trimestre 2021

«I dati lombardi di questo primo semestre 2022 mostrano un mercato del lavoro ancora in piena salute, anche se ci sono segnali di rallentamento - commenta Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia -. Il rafforzamento del tempo indeterminato è un fatto molto positivo che segnala il consolidamento della crescita nell’occupazione ampliando gli organici stabili delle imprese. Resta da vedere quale sarà l’impatto dei costi di produzione ed energia sulle prossime rilevazioni trimestrali visto il calo che i dati più recenti sembrano già indicare a livello nazionale».

«I dati positivi sono segno della stabilità e del nostro sistema economico, messo però a rischio dai costi energetici

«I dati positivi - ha aggiunto l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi - sono segno della stabilità e del nostro sistema economico produttivo, messo però a rischio dai costi energetici; continueremo a esprimere il nostro potenziale offrendo opportunità di lavoro solo se l’intervento dell’Europa sul tema energetico ci sarà e sarà immediato ed efficace». Mentre è in diminuzione la disoccupazione, con il tasso che scende al 5%, in linea con i livelli pre-crisi, la crescita degli occupati spinge al rialzo il tasso di attività (71,9%), che misura la partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, in crescita di 1,2 punti su base annua e ormai prossimo anch’esso ai valori del 2019.

Stabilizzazioni più frequenti

Il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni è di +53mila contratti e su base annua la crescita è pari a +137mila posizioni lavorative (il valore del primo trimestre era +154mila). Si rafforza il contributo positivo della componente a tempo indeterminato (+51mila posizioni) grazie alla crescita delle trasformazioni con la loro stabilizzazione.

Il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni è di +53mila contratti e su base annua la crescita è pari a +137mila posizioni lavorative

Si conferma infine la fase di maggior incremento della componente maschile (+3,4% gli occupati), trainata dall’espansione dell’industria (+6,5%) e delle costruzioni (+5,6%). Più lenta invece la crescita dell’occupazione femminile (+1,7%), anche per via del primo calo - dopo un anno di segni positivi - registrato dal comparto dei servizi diversi dal commercio (-0,5%).

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