Il biliardino non è gioco d’azzardo. Fas: ordini sbloccati ma che danno

Il caso. La normativa aveva avuto ripercussioni anche in provincia, visto che la Fas di Villa d’Ogna è uno dei maggiori produttori di calciobalilla, che dal 1964 vengono esportati in tutto il mondo.

Fumata bianca per il caro vecchio biliardino che - insieme a biliardi, ping pong, flipper e freccette – non rientra fra i giochi d’azzardo. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha pubblicato l’elenco degli apparecchi che non prevedono vincite in denaro e per i quali non è di conseguenza necessario presentare la verifica di conformità e procedere per ottenere le relative autorizzazioni. Sono dunque salve le partite a calciobalilla, mentre resta obbligatorio – come ricorda Confesercenti Bergamo – il pagamento dell’imposta sugli intrattenimenti.

Nei mesi scorsi il «biliardino gate» aveva tenuto generazioni di giocatori con il fiato sospeso, tanto che si era temuto di dover rinunciare alle partite anche in spiaggia e negli oratori. A rovinare la festa ci aveva pensato il decreto n. 65 del 18 maggio 2021, che equiparava le attrazioni ludiche con i giochi d’azzardo. La nuova normativa ha avuto ripercussioni anche in provincia, visto che la Fas di Villa d’Ogna è uno dei maggiori produttori di calciobalilla, che dal 1964 vengono esportati in tutto il mondo.

«Le recenti norme sui giochi senza vincita in denaro come calciobalilla, ping pong, flipper, freccette e dondolanti per bambini hanno rischiato di mettere in crisi la nostra azienda – commenta Donatella Pendezza della Fas -. I pubblici esercizi, stabilimenti balneari ma anche i tantissimi luoghi di incontro come gli oratori, che volevano mettere a disposizione anche un semplice calciobalilla dovevano mettersi in regola per evitare una sanzione che, in caso di controlli, poteva arrivare a 4 mila euro, anche se i giochi venivano messi a disposizione gratuitamente». La Fas di Villa d’Ogna e anche numerosi politici avevano subito chiesto una soluzione che mettesse una toppa alla stringente normativa. Fortunatamente ha prevalso il buonsenso». «Siamo naturalmente molto felici per la notizia - fa presente Donatella Pendezza -. Purtroppo da maggio 2021 la nostra azienda ha di fatto dovuto rinunciare al mercato italiano, con tantissimi ordini bloccati da questa assurda normativa. Ora guardiamo avanti, anche se nessuno verrà mai risarcito per le mancate commesse, così come per le omologazioni e i nullaosta acquistati».

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