Incentivi e ricollocati, accordo sugli esuberi alla Bayer di Filago

Dopo il negoziato e 16 ore di sciopero si chiude la vertenza. Cgil: elementi innovativi riducono l’impatto sociale. L’azienda: l’intesa rispetta la persona.

Cinquanta giorni: dopo settimane di trattative, di incontri importanti che si alternavano a quelli più interlocutori, alla fine è arrivato l’accordo sui 46 esuberi alla Bayer Crop Science di Filago, pur nel dispiacere per un insediamento che termina il suo percorso e soprattutto per chi ci lavorava da tanto tempo. L’intesa azienda-sindacato, arrivata dopo 16 ore di sciopero e un presidio davanti alla sede milanese del gruppo, dopo che la proprietà ne aveva annunciato la chiusura lo scorso 21 di maggio, è stata firmata ieri pomeriggio. «Non si deve certamente dimenticare che siamo in presenza di una dichiarazione di cessata attività con tutto ciò che ne consegue; per i lavoratori, per le loro famiglie, per l’effetto economico che questa decisione provocherà nel Polo di Filago e nel territorio in generale - spiega il segretario della Filctem-Cgil di Bergamo, Ezio Acquaroli -. Posso però affermare che questo accordo, siglato dopo una trattativa comunque non semplice, contiene elementi, anche innovativi, che vanno nella doverosa direzione di ridurre l’impatto sociale che questa scelta determinerà».

Tanti punti nel negoziato

I principali punti che sono stati oggetto di una trattativa serrata in queste settimane, sono soprattutto tre, partendo dagli incentivi all’esodo e alla ricollocazione, per passare all’integrazione legata al raggiungimento dei requisiti pensionistici (quando l’età lo ha consentito), per terminare con altri incentivi di sostegno al reddito durante il periodo di disoccupazione.

Ma l’intesa non si esaurisce qui: «I temi riportati spingono soprattutto, attraverso strumenti di formazione e riqualificazione, verso la ricerca di opportunità di ricollocazione dei lavoratori nel Gruppo, nel Polo chimico, nelle aziende del territorio - commenta ancora Acquaroli - attraverso la creazione di un network di aziende interessate alle figure professionali in uscita, facilitandole con incentivi alla riassunzione. Si è cercato poi di facilitare le persone più vicine ai requisiti pensionistici con un adeguato accompagnamento di integrazione, e di aggiungere per gli altri un sistema di sostegno al reddito incentrato sull’anzianità lavorativa e sull’età anagrafica, attivando al contempo un accordo con una società di Outplacement finalizzato a facilitare la ricerca di lavoro».

Anche da parte della società trapela «grande soddisfazione per l’accordo raggiunto: in meno di 50 giorni si è arrivati a questa intesa, che ci soddisfa e crediamo abbia rispettato la centralità della persona, valore che Bayer persegue da sempre. Fin dai primi giorni della vertenza abbiamo sempre auspicato che si arrivasse a un accordo che potesse ridurre il più possibile l’impatto sociale». Al di là degli incentivi economici, viene anche sottolineata «la concreta applicazione delle politiche attive del lavoro, con alcuni aspetti innovativi che d’ora in avanti potrebbero essere presi ad esempio in altre situazioni».

Il percorso che porterà alla chiusura dell’attività durerà ancora diversi mesi, ma nel frattempo il sindacato ha pianificato «un piano di incontri al fine di monitorarne costantemente l’avanzamento. L’impegno dei lavoratori, dimostrato con la grandissima adesione agli scioperi e alle iniziative di lotta, ha dato i suoi frutti: l’accordo è migliorativo rispetto a quanto inizialmente offerto dall’azienda. La conservazione dell’occupazione era al centro delle richieste dell’assemblea dei lavoratori, vigileremo perché l’accordo, con i suoi importanti contenuti, venga rispettato».

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