«La mia una Confindustria inclusiva, stop alla mentalità da subfornitori»

L’intervista Ricuperati, presidente di Confindustria: dobbiamo comunicare meglio quello che sappiamo fare «Andiamo verso nuove relazioni industriali, più donne e giovani nelle aziende. Fiera, serve un a.d. competente».

«La tenuta del governo Draghi è una questione di sicurezza nazionale. Non possiamo veramente permetterci manfrine di nessun genere». Parte così, dritta al punto Giovanna Ricuperati, neo presidente di Confindustria Bergamo.

Presidente, avanti con questo governo anche a fronte di una maggioranza rissosa?
«Con un contesto interno e internazionale complesso, abbiamo bisogno che l’attuale governo porti avanti il suo progetto con decisione e senso di responsabilità».

Le priorità del suo mandato?
«Tante, ma è un momento oggettivamente complicato per le imprese, tra guerra, costi materie prime e dell’energia alle stelle e la siccità, la gestione del contingente ci impegna a cercare di dare agli associati soluzioni a continui fattori di stress che stanno mettendo a dura prova gli imprenditori».

Il piano di lavoro a medio termine cosa prevede?
«Innanzitutto stare concentrati sulle prospettive d’investimento offerte dal Pnrr e dalle transizioni in atto che possono tradursi in nuovi progetti di sviluppo per il territorio. Penso alla nostra filiera dell’automotive, investita dalla rivoluzione del motore elettrico, che sta già facendo i conti con questi cambiamenti. Il primo lavoro sarò studiare bene dove finiscono le nostre lavorazioni per capire se ci sono degli ambiti nuovi da valorizzare, per farli diventare nuove filiere. Per farlo serve anche cambiare un po’ l’immagine con cui ci presentiamo al mondo».

Nel concreto?
«Mi piacerebbe dare un’identità più precisa alla manifattura bergamasca. Siamo un territorio di subfornitura presente nella parte bassa delle filiere e quindi con valore aggiunto più ridotto rispetto a chi è vicino al mercato».

Come pensa di cambiare questo dato di fatto?
«Innanzitutto evidenziando le capacità di lavorazione che il territorio ha. I nostri partner, Germania in primis ma penso anche agli Stati Uniti, sanno che qui possono trovare le competenze che non tornano da altre parti. Il problema è che se continuiamo a comportarci troppo da subfornitori rischiamo di non dare il giusto valore, anche economico, al nostro know how. La nostra ambizione è aiutare a fare questo salto che è anche culturale».

Non rischia di essere solo un’operazione di marketing?
«Quello che abbiamo in mente non è solo un racconto che è, comunque, già un tema. Numeri alla mano, dobbiamo far sapere al mondo quello che sappiamo fare. E dobbiamo farlo come territorio, tutti insieme, come fanno altre famose valley nel mondo. Questo ci permetterebbe anche di attrarre maggiori investimenti e quelle competenze di cui abbiamo estremo bisogno.Portare più giovani e donne al lavoro è una delle priorità».

Come farete?
«Innanzitutto sostenendo quelle politiche che favoriscono al conciliazione tra lavoro e vita familiare. La pandemia ha stravolto le regole del gioco, penso allo smart working che ormai è un fatto assodato, le aziende si stanno adeguando, andiamo verso nuove relazioni industriali. Flessibilità degli orari, asili nido, supporti alla natalità, azioni che permettono di aumentare la presenze femminile nel mondo del lavoro entreranno sempre più nei pacchetti welfare delle imprese. Ai giovani va garantita quella stabilità economica necessaria per metter su famiglia: in Italia abbiamo un grosso problema di denatalità».

Rapporti con Imprese & Territorio?
«Assolutamente di apertura. Il tema è quello di dove vogliamo andare come territorio. Su questo è necessario confrontarci quanto prima sui progetti concreti e, se si ritengono validi, di procedere in fretta».

Ma non si fa già in Camera di commercio guidata oggi da Confindustria?
«Il tavolo della Camera è il principale ma ci sono altri ambiti strategici dove si devono prendere decisioni il più possibili condivise».

Si riferisce alla Fiera? Oggi c’è l’assemblea di Promoberg, la società di gestione di cui siete soci di minoranza. Si va verso un Sannino ter?
«Il nostro obiettivo è chiaro: la Fiera deve servire a promuovere le competenze manifatturiere del territorio anche a livello internazionale. Il mondo delle fiere, è complicato, molto competitivo, a noi il compito di trovare le occasioni giuste per valorizzare le nostre specificità puntando su proposte importanti che accolgano un pubblico internazionale e creino occasioni di business».

Con Ascom, azionista di maggioranza, l’accordo per la governance ancora non c’è. Perché?
«Per noi il tema dell’amministratore delegato resta centrale. Il piano industriale su cui siamo chiamati ad esprimerci oggi dice, sulla carta, che la Fiera ha le potenzialità per crescere e traccia alcune linee di sviluppo. Il piano va però tradotto in azioni. Per farlo serve una guida competente, con uno sguardo ampio».

Innovazione, lei ha dichiarato che serve fare ordine, troppi digital, troppi hub?
«L’ambito è cruciale, le imprese, il sistema, hanno fatto tantissimo in questi anni: abbiamo Intellimech, Joint lab, due digital, l’Università stessa è in campo. Voglio capire se è possibile una maggiore connessione, magari prevedendo una regia».

È stata eletta con 156 astenuti. Le ha pesato?
«Ma no, sono consapevole di essere una figura, diciamo, originale nel panorama della rappresentanza industriale».

Perché è donna?
«No, non perché donna ma perché provengo da un settore, quello dei servizi, molto diverso dal manifatturiero puro. Per questo considero la mia elezione un atto di grande coraggio da parte dei miei colleghi. Bergamo anche in questo si conferma, malgrado il low profile, un territorio avanti nella visione» Chi si aspettava più donne nella sua squadra è rimasto deluso. «La vera diversità oggi non è solo quella di genere. Proprio per questo serve essere inclusivi in senso lato. Essendo noi un’associazione di rappresentanza declino questo concetto anche nella volontà di tenere insieme aziende piccole e grandi, talenti e capacità diverse. La mia squadra riflette proprio questa convinzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA