Pos, sanzioni al via: 2.500 le attività ancora sprovviste

Nuovo corso Dal 30 giugno multato chi non in regola. Fusini (Ascom): decisione prematura, alcuni in ritardo. Caselli (Confesercenti): da abbattere i costi gestionali.

Rischio sanzioni per 2.500 imprese nei settori commercio, turismo e servizi della nostra provincia, che risultano ancora sprovviste di Pos. Da giovedì 30 giugno, agli esercenti che non accetteranno pagamenti elettronici, verrà infatti comminata una sanzione pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione. Nella Bergamasca si stima che siano operativi dai 66 ai 68 mila Pos, con una crescita del 32% registrata negli ultimi sei anni. In sostanza tre imprese orobiche su quattro accettano pagamenti elettronici e nel commercio la percentuale sale al 90%, ma c’è ancora chi non si è adeguato.

«I dati confermano comunque una crescita a ritmi sostenuti dei pagamenti digitali, avvicinando il nostro Paese all’Europa – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Di conseguenza è cresciuto un po’ in tutti i settori il numero dei Pos nei punti vendita»

Secondo i dati forniti da Ascom Confcommercio Bergamo, in alcuni settori del terziario, come alberghi e ristoranti, la copertura è sostanzialmente totale, con il 100% delle strutture che accettano carte e bancomat, mentre nei bar si scende all’85%. Risultano in regola quasi la totalità dei negozi di abbigliamento e calzature, gioiellerie e arredamento; il comparto alimentare è 95%, mentre agenti di commercio e immobiliari, edicole, fioristi e professionisti sono fermi 50%.

I dati di raffronto europei

Secondo i dati sui pagamenti elettronici in Italia, forniti dal Sistema dei pagamenti di Banca d’Italia al 23 maggio 2022, negli ultimi sei anni c’è stato un incremento del 101%. Le carte di credito risultano però in diminuzione nell’ultimo anno (-1,1%) mentre quelle di debito restano in crescita (+2,56%). La media delle transazioni con pagamenti digitali pro-capite nel nostro Paese nel 2020 è di 62 unità, dato inferiore alla metà della media dell’Unione Europea e che posiziona il Belpaese nelle posizioni di retrovia tra gli Stati Ue (in Germania ad esempio sono il doppio). Anche se nel 2021 si è registrato un miglioramento abbastanza netto, l’Italia rimane comunque ancora «indietro» rispetto agli altri Paesi dell’Unione. «I dati confermano comunque una crescita a ritmi sostenuti dei pagamenti digitali, avvicinando il nostro Paese all’Europa – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Di conseguenza è cresciuto un po’ in tutti i settori il numero dei Pos nei punti vendita».

«Associati preoccupati»

Ora il timore delle associazioni di categoria è rappresentato dall’introduzione delle sanzioni, «che per noi è arrivata in maniera prematura rispetto alla soluzione del problema dei costi nei micropagamenti – prosegue Fusini -. La scadenza del 30 giugno e il rischio delle sanzioni sta effettivamente creando preoccupazione negli esercenti e una corsa verso le soluzioni meno impattabili sui costi aziendali. Ci sono settori come professionisti, immobiliaristi, edicole e fioristi, oltre agli artigiani, nei quali il possesso dei dispositivi d’incasso è molto limitato». «La nostra associazione – conclude Oscar Fusini -, per rispondere alle esigenze dei suoi associati, ha messo a punto un pacchetto di convenzioni nazionali con Sum Up, Intesa Sanpaolo, Nexi, Satispay e la novità di un accordo provinciale con Bper».

. Negli ultimi anni si è comunque assistito ad un positivo aumento del numero dei Pos utilizzati e del volume del transato da carte di debito. Di fatto – spiega Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo - è il mercato che sta spingendo in questa direzione.

Anche Confesercenti Bergamo ribadisce come «abbiamo già espresso in numerose occasioni le nostre posizioni critiche su questo provvedimento, in vigore a partire dal prossimo 30 giugno – fa presente il direttore Filippo Caselli -. Riteniamo sbagliato puntare sulle sanzioni per favorire l’utilizzo di avanzati sistemi di pagamento. Negli ultimi anni si è comunque assistito ad un positivo aumento del numero dei Pos utilizzati e del volume del transato da carte di debito. Di fatto – prosegue Caselli - è il mercato che sta spingendo in questa direzione. Per favorire questa evoluzione è semmai necessario abbattere i costi gestionali che rimangono in capo all’esercente. Perché il commerciante deve essere obbligato a perdere i bassissimi margini previsti su alcune tipologie di transazione di piccolissimo valore?».

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