Radici InNova, la ricerca indaga
le nuove frontiere della chimica

Radici Group spinge sull’acceleratore con la nascita di Radici InNova, la nuova società consortile senza scopo di lucro che avrà il compito di sviluppare nuovi progetti per i settori della chimica.

Ha sempre puntato su ricerca e sviluppo, ma ora Radici Group spinge sull’acceleratore con la nascita di Radici InNova, la nuova società consortile senza scopo di lucro che avrà il compito di sviluppare nuovi progetti per i settori della chimica, dei polimeri ad alte prestazioni e delle soluzioni tessili avanzate in linea con la strategia di sostenibilità del gruppo. «L’idea che ora si è concretizzata è nata già qualche anno fa: fare ricerca per creare qualcosa di assolutamente nuovo, non per migliorare prodotti o formulazioni già esistenti», sottolinea Stefano Alini, in Radici dal 1997 e ora alla guida di InNova.

Della nuova società fanno parte otto realtà del gruppo, sette italiane e una tedesca. La sede legale è a Bergamo, ma quella operativa è a Novara, nei laboratori di Radici Chimica in corso di radicale rinnovamento. L’investimento deciso già l’anno scorso per avviare il progetto è di 1,1 milioni di euro ed è stato mantenuto nonostante l’emergenza Covid abbia portato a una stima di calo del fatturato del 30% per fine anno. Segno dell’importanza strategica di InNova per il gruppo, che conta oltre tremila dipendenti nel mondo e aveva chiuso il 2019 con un volume d’affari di un milione di euro.

«La costituzione di Radici InNova rappresenta un traguardo importante - sottolinea Angelo Radici, presidente di RadiciGroup -. L’innovazione, infatti, è un elemento chiave che ci ha contraddistinti nel corso degli anni, permettendoci di espanderci in diversi settori e di offrire al mercato prodotti e soluzioni competitivi e all’avanguardia. Mettendo a fattor comune il know-how e le competenze delle diverse business area del gruppo, sarà possibile sviluppare progetti integrati di ricerca avanzata, allineati alla nostra strategia di sostenibilità, e quindi ispirati ai principi del rispetto ambientale e dell’economia circolare, garantendo una crescita costante e un futuro migliore alle generazioni a venire».

Sono cinque le aree su cui si focalizzerà la ricerca di Radici InNova: lo sviluppo di polimeri da fonte bio; la produzione di intermedi chimici derivati da fonti naturali da usare per nylon, poliesteri e poliuretani impiegati a loro volta in una vasta gamma di prodotti di uso quotidiano; lo sviluppo di soluzioni per l’economia circolare; l’ottimizzazione dei processi industriali per aumentare sostenibilità e performance dei prodotti; infine, le nuove opportunità di business, anche per prodotti già esistenti, come è avvenuto per il tessuto non tessuto prodotto dal gruppo da cui è partita la filiera tutta bergamasca partita durante il lockdown per la produzione di camici e mascherine.

Al momento la struttura della nuova società è «molto snella, quasi una start up, con tre persone al lavoro full time, ma con la prospettiva di arrivare anche a una ventina», spiega Alini. Quali figure serviranno? Chimici, ingegneri, ma anche biologi. «Nella prima area di ricerca, quella dedicata alle molecole da fonti rinnovabili, ora c’è al lavoro una biologa: stiamo infatti usando dei lieviti geneticamente modificati in grado di trasformare gli scarti dell’olio, anche quello esausto della frittura, in acido adipico, la molecola che serve per fabbricare il nylon 6,6». I progetti saranno per la maggior parte a breve termine, «perché la ricerca deve comunque generare un ritorno», ammette Alini, e per ridurre il rischio imprenditoriale InNova è a caccia di bandi pubblici di finanziamento.

«Radici InNova opererà in stretta collaborazione con centri di ricerca pubblici e privati, università, clienti e fornitori del gruppo - conclude il manager - cercando di contribuire in maniera proattiva, soprattutto in questa fase, alla ripartenza dell’industria nel segno dell’innovazione e della sostenibilità, componenti fondamentali della nostra visione».

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