A caccia di soldi
per strade e ferrovie

Il piatto piange. L’ultima botta sono i costi della Paladina-Sedrina lievitati a 250 milioni, salvo complicazioni. Considerando che per la realizzazione della Treviolo-Paladina si parla già di 21 milioni di extracosti, è abbastanza probabile (facciamo certo) che i 150 milioni dell’accordo Anas di qualche anno fa non basteranno manco per iniziare. Ed è solo la puntata più recente, non l’ultima purtroppo, della querelle sulle infrastrutture della Bergamasca, tema che anno dopo anno continua a rimanere la priorità delle priorità.

Tante idee, progetti, ma tutto rimasto sulla carta per più di un motivo: e se poi si parla di carta moneta, la situazione diventa fuori controllo. E se le strade piangono, le rotaie mica ridono: la sola certezza sono i soldi che le Ferrovie hanno stanziato per sistemare il ponte di Calusco che per fine 2020 tornerà percorribile a tutti. I treni a 30 all’ora, le auto a senso unico alternato, il traffico pesante altrove. Chiaro che serve un nuovo ponte e Rfi, società del gruppo Ferrovie, mica si è tirata indietro squadernando 4 progetti 4, con un costo che oscilla tra i 150 milioni e il miliardo.

La notizia buona: il progetto verrà comunque inserito da subito nel Contratto di programma con il ministero. Quella cattiva, dentro c’è di tutto, e i soldi sono comunque tutti da trovare. E non solo per il nuovo ponte, ma anche per la famigerata trasformazione della Ponte San Pietro-Montello in linea (para)metropolitana: a fronte dei 70 milioni già disponibili da mo’ ne servono complessivamente 170 per la tratta da Curno a Bergamo. Per arrivare a Montello la cifra complessiva sale a 250.

Sorvoliamo sulla situazione della statale 42, dove di rinvio in rinvio il conquibus è inevitabilmente destinato a salire, e consoliamoci con la linea ferroviaria per l’aeroporto di Orio, dove sui 102 milioni necessari non ci dovrebbero (almeno qui) essere problemi. Speriamo vada altrettanto bene per la richiesta di finanziamenti per la linea T2 del tram, quella della Valle Brembana: a fronte dei 178 milioni complessivi, la richiesta di contributi statali è di 110. Mica patatine. Insomma, fatti due calcoli, nella migliore delle ipotesi c’è da raccattare qualcosa come 7-800 milioni di finanziamento statale e la cosa non appare proprio una passeggiata, anche perché in parallelo servono soldi per la manutenzione dell’esistente: ricordiamo che la cifra indicata dalla Provincia per la manutenzione e messa in sicurezza di ponti, paramassi, reti di sicurezza, muri e impianti vari ammonta ad altri 40 milioni di euro.

Poi ci sarebbero anche gli oltre 600 interventi segnalati dai Comuni, così tanto per arrotondare la cifra. Nota bene, dalla lista della spesa in infrastrutture sono escluse la tanto discussa Bergamo-Treviglio da realizzare con capitali privati e il tratto bergamasco della Pedemontana che forse non verrà nemmeno costruito. Ma che contiene quel nuovo ponte stradale (attenzione, il progetto di Rfi per una nuova struttura in zona Calusco riguarda solo la ferrovia) sull’Adda che il territorio chiede a gran voce.

Per farla breve, bisogna andare a caccia di soldi, farlo bene e subito: bisogna fare, senza distinzione di parte politica ma con un ruolo chiaramente più pesante per i parlamentari di una maggioranza già penalizzata dalla totale mancanza di riconoscimento nei posti che contano. Non ce ne vogliano i titolari di posizioni nelle varie commissioni o sottocommissioni, ma era da diversi governi che la pattuglia bergamasca non aveva manco un sottosegretario. Ed è una mancanza di peso politico che rischia di farsi sentire, non tanto nelle pratiche ordinarie (dove la presenza parlamentare c’è) quanto nelle partite difficili e fondamentali, come quella delle infrastrutture.

Il momento è delicato e passaggi a vuoto potrebbero segnare, in peggio, la situazione di un territorio tanto produttivo e all’avanguardia quanto penalizzato in termini di collegamenti, aeroporto a parte. La lista delle priorità è nota e purtroppo si allunga sempre di più: un buon motivo per non perdere più tempo e passare dalle parole ai fatti. Cioè ai soldi.

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