Benzina più cara
Crisi e guadagni

Le associazioni dei consumatori hanno denunciato che il prezzo della benzina è schizzato, arrivando in alcuni distributori autostradali a superare i 2 euro per un litro di verde. Un vero salasso per le tasche degli italiani proprio nei giorni in cui siamo tutti, chi più chi meno, in viaggio per goderci qualche ora (per alcuni, qualche giorno) di vacanza. A causare l’impennata è stata la concomitanza di tre crisi internazionali.

La prima è la decisione di Trump di accentuare la crisi iraniana, eliminando la esenzione delle importazioni di petrolio dalle sanzioni. Cioè nessuno, Italia compresa, potrà importare petrolio dall’Iran. Il secondo fattore è la grave crisi venezuelana, altro Paese grande produttore di petrolio. Terzo fattore, la crisi libica, Paese dal quale siamo grandi importatori di petrolio tramite l’Eni.

Di quanto gli Usa di Trump abbiano pesato sulla crisi iraniana s’è detto, ma responsabilità trumpiane seppure di minor grado e in maniera indiretta pesano anche su Venezuela e Libia. C’è da dire che gli Usa, essendo un Paese produttore di benzina, non subiscono il peso di queste crisi scaricandolo tutto sugli altri, europei compresi. La Russia di Putin ha perso il ruolo di contraltare degli Usa, anzi ha giocato un ruolo attivo sulle crisi di Venezuela e Libia, anch’essa senza pagare le conseguenze petrolifere, essendo Paese produttore.

Da un punto di vista internazionale il ruolo dell’Italia è minimale, per quanto sia attivo e positivo nel cercare di fare da paciere in Libia e in Iran, dove siamo rientrati con il governo Gentiloni nel gruppo di Paesi – al fianco di Francia, Germania e Gran Bretagna – che con la Ue cercano di salvare gli accordi di pace sul nucleare. Il nostro ruolo deve essere quello di cercare di dare maggiore peso ad una posizione comune europea. E su questo ciascuno può giudicare quanto sia efficace l’azione dell’attuale governo.

Sempre sul piano internazionale c’è da fare un’ultima considerazione sull’impennata del prezzo del petrolio. Il cartello dei Paesi produttori, l’Opec, in questo momento non ha alcun interesse a intervenire per calmierare il prezzo essendo che l’impennata ripaga questi Paesi dai cali che il petrolio ha avuto negli anni passati.

Un ruolo il nostro governo potrebbe infine giocarlo sul piano interno essendo che un rialzo del prezzo pesa gravemente sui prezzi di molti prodotti, ad iniziare da quelli alimentari e su tutti quelli che necessitano di trasporto, finendo per incidere sui consumi delle famiglie e costituendo un fattore recessivo.

Il controllo può avvenire a due livelli. Il primo è tenendo presente che il prezzo al consumo è costituito per oltre un euro al litro da accise e Iva, che incidono percentualmente e aumentano con l’aumentare del prezzo industriale. In campagna elettorale il leader leghista Salvini aveva promesso di eliminare le accise. Nessuno gliel’aveva chiesto, ma si è voluto fare bello di questa promessa molto popolare, dimostratasi finora una promessa di Pantalone. Ora il governo gode di questa tassa che aumenta e mette mano nelle tasche degli italiani, mentre potrebbe almeno sterilizzare gli aumenti. Il secondo livello è quello operato dal ministero dello Sviluppo economico (guidato da Di Maio) per fare rispettare i disincentivi degli aumenti legati ad esempio all’obbligo per tutti gli esercenti di esporre con esattezza i prezzi praticati. E le differenze non sono minime: ieri si andava dai 2 euro in alcuni distributori autostradali agli 1,5 praticati da alcuni esercenti indipendenti per lo stesso litro di benzina verde. Ma i controlli sono inesistenti. Così gli introiti di accise e Iva sulla benzina sono per le casse dello Stato una slot machine che riversa maggiore e non preventivata liquidità.

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IL SONDAGGIO DI ECO.BERGAMO SULL’AMBIENTE

Il 26 maggio si vota per rinnovare 169 amministrazioni comunali della Bergamasca. e per le elezioni europee. Greta Thunberg ha mobilitato, venerdì 15 marzo, gli studenti di tutto il mondo, che sono scesi in piazza per manifestare per l’ambiente, per il clima e per il pianeta.

Partecipa anche tu al sondaggio che la rivista «eco.bergamo» propone con un questionario anonimo. Facci sapere quanto ti impegni personalmente per la salvaguardia dell’ambiente, quanto ti ritieni soddisfatto dell’operato del tuo Comune

I risultati saranno pubblicati sul numero di «eco.bergamo» in edicola il 12 maggio.

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