Carlo sorprende per tutta la vita

L’erede inutile, il principe che non doveva regnare, l’uomo che spesso la stampa internazionale ha cercato di ridicolizzare, stamattina diventa re con il nome di Carlo III. Il primo gesto regale, però, l’ha fatto ieri, quando ha pronunciato il discorso di commemorazione della madre Elisabetta II che è diventato, inevitabilmente, anche una specie di informale discorso di accettazione della corona.

E dev’essere vero che il ruolo fa l’uomo perché Carlo è parso di colpo all’altezza non solo dei suoi 74 anni ma anche della dignità e della statura che d’ora in poi dovranno essere la cifra obbligatoria dei suoi comportamenti, e che hanno avuto nella regina scomparsa un prototipo impossibile da eguagliare.

E infatti: servizio, dovere, responsabilità. La prima parte del discorso, quella più centrata sul ricordo di Elisabetta II, è stata punteggiata da queste parole e dalla promessa di farle proprie «per il resto della mia vita». Composto e mai impacciato, Carlo, adesso re Carlo III, non è mai parso schiacciato dal nuovo impegno. E non ha fatto nulla per nascondere la forte commozione e gli occhi lucidi, all’inizio e alla fine del discorso durato una decina di minuti, quando per qualche secondo il velo dell’elogio funebre per una sovrana indimenticabile, che metteva il dovere e l’impegno pubblico sopra ogni cosa, si alzava e lasciava intravvedere il ricordo della madre e di un rapporto che non dev’essere stato sempre facile.

Poi la seconda parte del discorso, politica e personale insieme, in una miscela che solo la monarchia britannica riesce a gestire con questa serietà e questa disinvoltura. Carlo III ha promesso, appunto, di proseguire sulla strada del servizio pubblico tracciata dalla madre e con un accento particolare ha promesso di rispettare e proteggere le procedure costituzionali che stanno al cuore della democrazia del Regno Unito e del suo funzionamento. Non poca cosa, da parte di un re nuovo e in un discorso che doveva essere un «semplice» elogio funebre, nel momento in cui un Governo s’insedia a Londra e sfide colossali agitano la politica internazionale e le società dei cinque continenti.

Di seguito, con grande naturalezza, Carlo III ha parlato dei suoi familiari. Del figlio William, principe di Cornovaglia e Cambridge che diventa principe del Galles, il titolo che per tradizione spetta all’erede al trono. E della moglie Camilla Shand, nota come Camilla Parker Bowles nei lunghi anni del rapporto segreto con l’allora erede al trono, dal 2005 duchessa di Cornovaglia in seguito al matrimonio con Carlo. «Assumerà il titolo di Regina Consorte», ha detto il re, «e mostrerà per i nuovi doveri la profonda devozione che ha mostrato a me per tanti anni». Sembravano parole di affetto per la moglie, le sue, non un espediente retorico per tranquillizzare sudditi magari un poco diffidenti. E questo vale anche per quanto detto sul figlio Harry e la nuora Meghan Markle, i due ribelli della casata, ai quali Carlo ha promesso «grande amore mentre si costruiscono una vita in un altro Paese».

Buona la prima, come direbbe il regista di un film. E in effetti la storia recente della famiglia Windsor, tra scandali e colpi d’ala, complotti di palazzo e tragiche morti, e con personaggi mai banali anche nei momenti meno nobili, è stata anche questo: un grande film (anzi, nell’epoca di Netflix, dovremmo dire una grande serie) girato ogni giorno sul palcoscenico del mondo. Tra tutti, Carlo sembrava il caratterista, il personaggio onesto che serve soprattutto a legare la trama, il Ralph Malph di una regina Fonzie. E invece eccolo diventare protagonista, arrivare al trono, parlare da re. Ci stupirà? Potrebbe anche essere. La storia lo aiuta. Il Carlo che lo ha preceduto, Carlo II, doveva diventare re nel 1649 ma andò a sbattere contro la rivoluzione di Oliver Cromwell. Dovette scappare in Francia ma quando tornò, nel 1660, diventò re e per 25 anni governò da sovrano assoluto, abolendo anche il Parlamento. Con Carlo III il Parlamento è al sicuro. Per il resto, meglio non dimenticare che lui viene da una famiglia di centenari…

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