Cartomanti e maghi
Business e inganni

Il messaggio è chiaro: «Non seguite maghi, cartomanti fattucchieri». Papa Francesco nel giorno dell’Epifania, memoria dei Magi, signori sapienti dell’Oriente arrivati da lontano per adorare Gesù, quasi implora a non farsi raggirare dai falsi idoli e dalle promesse farlocche. È la seconda volta che Bergoglio in poche settimane mette in guardia. Lo aveva fatto all’inizio di dicembre, ultimo mese dell’anno mentre si avvicinava il periodo per molti dedicato a cercare compulsivamente vaticini, oroscopi e sibille. E lunedì 6 gennaio lo ha ripetuto nel giorno dei Magi, che molti confondono con maghi, uomini misteriosi in grado di predire il futuro, che sapevano insomma già tutto appena videro la stella.

In un tempo di analfabetismo religioso è facile confondere «magi» e «maghi». Le abissali ignoranze sulla Bibbia e sul Vangelo non sono infatti solo lessicali, ma riguardano l’intera narrazione della Storia sacra. Un Rapporto uscito qualche anno fa, curato dal professor Alberto Melloni e pubblicato dal Mulino di Bologna, metteva in fila confusioni sui contenuti, ma anche scarsissime conoscenze delle nozioni più facili in materia religiosa. I Magi fanno parte della materia e il fatto che il racconto del loro arrivo alla grotta di Betlemme coincida con il giorno della Befana, laica messaggera di fortune, giorno di lotteria storica, autorizza la confusione.

Francesco dunque ripete, perché lo preoccupano i falsi idoli: denaro, potere e successo. Ad essi aspirano in molti, anzi in troppi. Le statistiche sono impressionanti. Il giro di affari per maghi e cartomanti sfiora i dieci miliardi di euro solo in Italia con un aumento costante negli ultimi anni. Significa che un italiano su cinque ha consultato almeno una volta gli operatori dell’esoterismo. Così il business dell’occulto cresce, mentre non vi sono evidenze di regressione dell’analfabetismo religioso. Sensitivi, astrologhi, fattucchiere fanno parte del nostro mondo. E non serve liquidare la faccenda con un sorriso. È un problema. Ma sembra che solo il Papa se ne accorga. E se al mercato degli oroscopi e dei tarocchi si affianca quello del gioco d’azzardo le cifre schizzano alle stelle e l’intossicazione appare totale. Eppure la dipendenza da gioco e da futuro si può contrastare e vincere.

Ieri Bergoglio nell’omelia della Messa per l’Epifania e poi all’Angelus ha spiegato come fare. Intanto ha esortato a disintossicarsi da tante cose inutili cioè da quelle «dipendenze che anestetizzano il cuore e intontiscono la mente». Maghi, fattucchiere e slot ne sono l’esempio perfetto. E se si adorano loro non si può contestualmente adorare il piccolo bambino di Betlemme. Le due cose non vanno insieme. Già un mese fa aveva avvertito che non è cristiano indovinare il futuro e che fede in Cristo e magia sono incompatibili. Adorare invece significa tornare all’essenziale, esattamente come hanno fatto Magi, re sapienti e potenti, che hanno riconosciuto nel bambino non il potere, ma l’amore. Essenziale è l’amore. Il resto va rifiutato, perché proviene da un Dio sbagliato: il dio denaro, il dio consumo, il dio piacere, il dio successo e, ha sottolineato il Papa, «il nostro io eretto a dio». È arrivato a dire che «adorare è tacere davanti al Verbo divino». Ma, attenti, tacere per imparare, per saper ascoltare, tacere per incontrare e osservare. La lezione di Bergoglio è sempre la stessa. Ieri ne ha fornito un ripasso, decisivo per l’inizio dell’anno. Ha detto che la teologia e l’efficienza pastorale, insomma la sapienza, servono a poco se non si piegano le ginocchia e se prima non ci si incammina seguendo la stella del Vangelo. Ogni giorno, in ogni tempo, scansando idoli e falsi profeti.

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