Comuni beffati
Rimedio politico

Inutile girarci attorno, il pasticcio è stato fatto e per ora, se non a parole, non c’è ancora rimedio. Mettiamo subito in chiaro le paternità: la norma risale al 2017, governo Gentiloni (Pd). La ratio del dispositivo non è campata per aria: stabilisce, in base a un criterio meramente contabile, un aiuto finanziario in materia di sicurezza del territorio ai Comuni che non hanno più soldi in cassa. Ma il risultato, frutto del calcolo matematico, è davvero poco onorevole: pioggia di aiuti ai Comuni più dissestati, tagliati fuori tutti gli altri.

Nella Bergamasca, che l’anno scorso era stata esclusa in toto, quest’anno sono stati premiati proprio Foppolo e Valleve, i due Comuni, ora affidati ai commissari prefettizi, protagonisti di una delle più clamorose vicende di mala amministrazione degli ultimi anni. Il gioco della politica, però, è spietato e ha fatto sì che proprio coloro che si erano scagliati con maggior vigore contro questa legge, oggi, si trovino a gestire il fuoco di fila scatenato dai suoi deleteri effetti. Stefano Candiani (Lega), ex sindaco di Tradate (Varese), oggi da sottosegretario agli Interni assicura che i criteri cambieranno su basi più meritocratiche, ma dal 2021. Per il 2020, invece, ultimo del triennio coperto dalla legge del 2017, sarà un altro paio di maniche, sostengono i leghisti, perché il rischio di cambiare le cose quando il treno è in corsa espone a ricorsi che potrebbero annullare ogni beneficio (e in ballo ci sono 400 milioni di euro).

Lasciamo agli esperti di diritto dirimere la questione se sia possibile o meno modificare le regole stabilite dalla legge (c’è chi sostiene, come il senatore Antonio Misiani del Pd, che il bando è annuale e quindi può cambiare di anno in anno). Qui ci limitiamo a sottolineare lo sconcerto con il quale molti sindaci hanno appreso della notizia. Davvero il governo che ha dimostrato di saper forzare la mano in più di un’occasione, a partire dal suo ministro dell’Interno Matteo Salvini, non può essere in grado di mutare le sorti di un dispositivo «sciagurato», come lo definisce il sottosegretario Candiani? Stranamente, in questo caso, prudenza e attendismo sembrano prevalere sul decisionismo muscolare al quale ci ha abituato in questi mesi la compagine gialloverde. Viene il dubbio che, se i primi (governo Gentiloni) non hanno fatto i conti con la matematica, i secondi (governo Conte) stanno correndo ai ripari quando la frittata è già fatta.

Fin qui il gioco delle parti. Nel merito: sono pur sempre più di sei milioni di euro che andranno a rendere più sicuro il territorio dell’Alta Valle Brembana. E non stiamo parlando solo degli abitanti che ci vivono (che tra l’altro non hanno responsabilità nella mala gestione dei loro Comuni), ma anche delle migliaia di turisti che frequentano le piste da sci e i sentieri dei loro territori. Chi ha gestito questi Comuni in passato ne risponderà davanti alla legge e eventualmente risarcirà, nei limiti dei propri mezzi, per il danno causato. Ma le comunità non vanno abbandonate, non possono essere lasciate in balìa di una gestione delegata e ordinaria che deve fare i conti, quotidianamente, con bilanci da profondo rosso.

Se i fondi arrivano, ben vengano, anche se provocano qualche mal di pancia. Più che comprensibili, s’intende, perché il metodo contiene un principio aberrante (premiare chi è stato incapace di amministrare), ma poco efficaci, laddove il rischio è quello di innescare una guerra tra poveri. Non per niente le reazioni più indignate sono arrivate proprio dalla Valle Brembana, che ha vissuto nel modo più lacerante le vicende legate a Foppolo e Valleve. Certo, fa male scorrere l’elenco degli altri 76 Comuni, quasi tutti di montagna, che hanno sperato invano di vedere finanziare opere non più rimandabili e che hanno mantenuto i loro bilanci virtuosi, magari a fronte di sacrifici e scelte impopolari. La frustrazione degli esclusi va compresa, ma incanalata in azione politica il più possibile unita e compatta, per battaglie forse poco redditizie dal punto di vista mediatico, ma di forte impatto sul territorio. Battaglie per le quali anche qualche strappo al protocollo sarebbe, finalmente, il benvenuto.

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