Effetto Covid
sulla tragedia
emigrazione
La Banca Mondiale non è senza colpe, così come il Fondo monetario internazionale, che con le rispettive politiche economiche hanno stretto un cappio al collo dei Paesi più poveri costringendoli spesso a pagare debiti impossibili e a programmare politiche economiche che hanno avuto come solo risultato l’aumento della povertà e delle diseguaglianze. Eppure anche loro se ne sono accorti e ora sostengono la moratoria sul debito globale dei Paesi più poveri decisa al G20 dello scorso aprile.
Ma non basta, perché la pandemia se non si cambiano le politiche di cooperazione, di accoglienza e di abbattimento dei muri di terra o di acqua, renderà ancor più strutturale la tragedia della migrazione. Covid-19 si aggiunge alle guerre dimenticate, alle crisi climatiche, alle lotte per le materie prime, tutti eventi che contribuiscono ad ingolfare le rotte dei migranti e ad allungare la lista dei morti. L’ultima stima, riveduta al rialzo, della Banca Mondiale è di 100 milioni di nuovi poveri, cioè gente che non sopravvive più con 1,9 dollari al giorno, soglia del dramma. Insomma il conto economico decresce e si alza il numero di chi non ce la fa ed è costretto a cercare la vita altrove.
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