La donazione di Bergoglio
La presenza della Chiesa
Da quel giorno attraverso il suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski, il Papa non ha smesso un attimo di inviare denaro e materiali a molti ospedali in tutto il mondo. E ora esattamente due mesi dopo il primo regalo alla Cina, ha fatto arrivare 60 mila euro al vescovo di Bergamo Francesco Beschi in dono all’ospedale della città che porta il nome del suo predecessore. Dopo la telefonata di Bergoglio a Beschi, si tratta di un nuovo segno di vicinanza alla comunità bergamasca e, per il suo altissimo valore simbolico, a tutte le diocesi colpite con particolare violenza dal virus.
Roncalli è stato il Papa della pace mondiale e del Concilio, il Papa che da seminarista nel 1901 scriveva ai genitori «non mi faccio prete per complimento, né per fare quattrini…ma solo per fare del bene in qualche modo alla povera gente». Lo stile sacerdotale di Roncalli è divenuto negli anni icona di prossimità e per questo motivo che anche l’ospedale provvisorio degli alpini è stato posto sotto la sua protezione. L’attenzione di Bergoglio è dunque emblema e stimolo per una carità allargata e cifra concreta per affrontare la paura. Lo ha spiegato molto bene il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ieri in un intervista all’Osservatore Romano: «La Chiesa veglia con ciascuno, è vicina a chiunque soffra e sia nel bisogno».
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