
(Foto di Brey su Unspaslh)
MONDO. Nei prossimi venti anni gli attuali bambini affronteranno almeno tre questioni frutto della realtà digitale e della sua onnipresenza. La risoluzione di queste domande determinerà nel bene e nel male un mondo diverso da tutto ciò che abbiamo sperimentato finora, assisteranno alla nascita di un «universo digitale».
Il «digitale» (dall’inglese digit cifra) non è altro che una sequenza di numeri in grado di rappresentare informazioni e trasmettere grandi quantità di dati tramite computer, cellulari, dispositivi elettronici. Questa nuova forma di comunicazione sta cambiando il mondo e la nostra comprensione della realtà. Si possono trasformare quasi tutti i problemi umani (lavoro, salute, istruzione, viabilità) in grafici, statistiche, equazioni ,dando l’illusione che si possano risolvere con gli algoritmi. Non si può più pensare che l’artefatto tecnologico sia semplicemente uno strumento nelle nostre mani e che basti spegnerlo per controllarlo.
Non si può più pensare che l’artefatto tecnologico sia semplicemente uno strumento nelle nostre mani e che basti spegnerlo per controllarlo.
Oggi grazie anche all’Intelligenza Artificiale lo strumento tecnologico è una machina sapiens (macchina pensante), è in grado di imitare le nostre capacità cognitive e questo ci deve interrogare profondamente. Inoltre le possibilità di cui disponiamo generano la convinzione che con la tecnica tutto possa essere controllato e dominato.
Le sfide di cui dicevo riguardano in primo luogo proprio la relazione dell’umanità con la tecnologia. La tecnica non è mai solo tecnica. Essa manifesta l’uomo, le sue aspirazioni e le sue intenzioni. Non si tratta solo di stabilire dei limiti applicativi, per evitare danni agli umani, si pone la questione del senso di quello che si vuole fare. A partire dal fascino che i progressi della scienza esercitano su di noi, si deve recuperare il senso vero della libertà, che non è poter sperimentare tutto quello che si può fare, ma dare una risposta a ciò che siamo come esseri umani. Le biotecnologie hanno posto la vita nelle mani dell’uomo: la fecondazione in vitro, la ricerca sugli embrioni, la clonazione o l’ibridazione tra uomo e animale, stanno cambiando l’origine della vita umana. C’è chi parla di una pianificazione eugenetica delle nascite, nuova versione della «razza pura». Come, sul versante opposto, va facendosi strada una mens eutanasica che in certe condizioni considera la vita delle persone non più degna di essere vissuta. Quando andrebbe maggiormente protetta, la vita è, invece, minacciata.
La seconda questione tocca il rapporto dell’uomo con l’ambiente. La necessità di produrre fa del mondo un magazzino pieno di beni disponibili per l’uso
La seconda questione tocca il rapporto dell’uomo con l’ambiente. La necessità di produrre fa del mondo un magazzino pieno di beni disponibili per l’uso. Il 24 luglio, come umanità, abbiamo finito di consumare quello che il pianeta Terra è in grado di darci per un anno intero. Ma per noi italiani, tale superamento, è già scattato il 6 maggio scorso, come se per le nostre esigenze avessimo bisogno della capacità biologica di tre pianeti! Che coscienza c’è di quello che stiamo facendo? Non è solo questione di consumi esagerati, c’è anche l’ingiustizia del 20 per cento di chi vive nei Paesi ricchi che si accaparra l’80 per cento delle intere risorse a disposizione, lasciando alla gran parte dell’umanità, carestie, miseria e fame. L’attuale irresponsabile gestione delle attività umane lascerà in eredità danni ambientali consistenti, a cui le prossime generazioni dovranno porre rimedio se vorranno sopravvivere e comunque avranno a disposizioni minori chance di successo. Serve maggiore consapevolezza di essere un’unica comunità di destino e una vera conversione ecologica per poter cambiare le cose.
Ma la questione più importante sarà quella di ricomprendere l’umano. Se i robot diventassero capaci di sentimenti sono da equiparare agli umani e quindi dotati di una dignità «elettronica»? Oppure l’uomo rimarrà «unico» nella consapevolezza di sé, nella capacità decisionale, nella spiritualità e nell’amore? Già adesso molte nostre scelte sono condizionate dagli algoritmi, che appartengono a Google, Apple, Amazon, Facebook, TikTok. Servono normative internazionali per impedire la loro invadenza, ma bisogna sopratutto prevenire in fase di progettazione. Le macchine potranno essere solo ciò che noi vogliamo. L’Intelligenza Artificiale va sviluppata in modo etico e responsabile, mettendo al centro la persona, il rispetto della sua dignità e il bene comune. Purtroppo ad oggi c’è poca trasparenza e ancor meno inclusività. La tecnologia è un dono prezioso, ma fa parte del mandato di «coltivare e custodire la Terra» che Dio ha affidato all’uomo e va orientata a rafforzare l’alleanza con il creato e la giustizia tra gli uomini.
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