Bergamasco muore in ospedale a Dresda
Cavernago piange il nonno pizzaiolo

Se ne è andato a 66 anni dopo aver perso la sua battaglia contro il virus Giampietro Pedrini di Cavernago, storico pizzaiolo volontario nelle feste di paese.

Trasferito lo scorso 24 marzo all’ospedale Ospedale «Carl Gustav Carus» di Dresda, in Germania, dopo un ricovero di sei giorni all’ospedale di Seriate, «Baffo», come era affettuosamente soprannominato per via dei folti baffi, si è spento mercoledì.

Netturbino in pensione, Giampietro aveva una grande passione: quella per la pizza. Un amore che spesso e volentieri lo vedeva in prima linea a sfornare deliziose pizze in occasione delle manifestazioni locali. Sposato da 43 anni, Giampietro lascia nel dolore la moglie Franca e i due figli, Marzia e Michele. «Mio padre – racconta Marzia – amava molto la sua famiglia e i suoi cinque nipotini. Era un marito, padre e nonno speciale. Un grandissimo lavoratore, molto umile e sempre pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. Spesso aiutava mio fratello nella sua attività di pizzeria d’asporto che gestisce a Martinengo. Era un uomo dal cuore nobile, e con il sorriso sempre stampato sul volto».

A Dresda Giampietro è rimasto più di un mese. Un mese fatto di apprensioni e di angoscia per i suoi famigliari che, dall’Italia, attendevano ansiosi aggiornamenti sul suo stato di salute. «Avevamo un contatto ogni due giorni tramite il suo tutore legale - prosegue Marzia - che ci teneva informati. Dal giorno in cui è stato ricoverato, però, è sempre stato sedato e, purtroppo, non l’abbiamo più sentito. L’abbiamo raggiunto ieri (mercoledì, ndr) a Dresda in quanto ci avevano avvertiti della situazione. Quindi siamo riusciti a salutarlo e ad accompagnarlo fino alla fine. Ora stiamo rientrando in Italia e spero che presto riporteranno qui anche lui».

Il sorriso che spuntava da quei baffi curati, il modo di scherzare e l’entusiasmo che metteva per preparare le sue amate pizze, resteranno un ricordo che i famigliari di Giampietro porteranno per sempre nel loro cuore. «La scomparsa di mio padre – conclude Marzia – lascerà un vuoto immenso. Pensare una vita senza di lui è impossibile. Nessuno era preparato a questo, perché lui era pieno di vita».

Tra le grandi passioni di Giampietro, c’era il tamburello, uno sport che lo ha portato, nel corso degli anni, a indossare la casacca di diverse squadre della provincia. L’ultima in ordine di tempo quella dell’Alber Castelli Calepio. Tantissimi i premi che ha conquistato tra cui diversi campionati provinciali di serie C e D e alcune qualificazioni alle fase nazionali delle due categorie. Il figlio Michele ha seguito la sua stessa passione sportiva e lo scorso anno ha disputato il campionato di serie B con la maglia del Ciserano.

«Piero – lo ricorda la redazione de “Il Tambass”, un sito dedicato al tamburello - aveva smesso l’attività agonistica da qualche anno dopo una lunga militanza in squadre della provincia, ma in particolare in quella del Malpaga, il suo paese d’origine. Nella lunga carriera si è fatto appezzare per le capacità di mezzovolo e la simpatia innata con cui legava con tutti. Tanti sono i premi che ha conquistato. Alla moglie Franca, all’amico Michele e a tutta la famiglia, la redazione de “il Tambass” esprimono le più sentite condoglianze».

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