Chef, la cucina bergamasca si fa onore in terra valenciana

Concorso internazionale Nella gara sulla «Fideuà» ha ben figurato D’Auria del ristorante «Giò» di Seriate. Il ricordo di Pino Capozzi e Roberto Vitali.

Bergamo protagonista a Gandia, in Spagna, nel ricordo di Roberto Vitali e Pino Capozzi. Una delegazione orobica è stata invitata dall’organizzazione del concorso internazionale che promuove la «Fideuà». Si tratta di una ricetta tipica della comunità valenciana, simile alla paella e a base di pesce, che prevede però l’utilizzo di pasta spezzata al posto del riso. Trenta gli chef in gara, provenienti da tutto il mondo. Solo due gli italiani presenti, tra cui un bergamasco. La nostra provincia era rappresentata da Giovanni D’Auria del ristorante «Giò» di Seriate, che ha ben figurato realizzando per la prima volta la «Fideuà» insieme allo chef partner locale Karlos Escoto. Anche il sindaco di Gandia, José Manuel Prieto Part, ha incontrato e conosciuto la delegazione bergamasca.

Dai primi anni ’80 il legame con Gandia

«Siamo orgogliosi di ospitare i nostri amici di Bergamo, che hanno partecipato alla 47esima edizione della nostra manifestazione . Ci lega una profonda amicizia e siamo molto soddisfatti per questo scambio culturale e gastronomico»

«Siamo orgogliosi di ospitare i nostri amici di Bergamo, che hanno partecipato alla 47esima edizione della nostra manifestazione - ha commentato il primo cittadino della località valenciana -. Ci lega una profonda amicizia e siamo molto soddisfatti per questo scambio culturale e gastronomico». La città di Gandia si trova a 60 chilometri da Valencia, città facilmente raggiungibile dall’aeroporto Il Caravaggio. Ma il legame con la comunità bergamasca risale ai primi anni ‘80, quando l’indimenticato Pino Capozzi, ristoratore e albergatore di Bergamo, si è recato per la prima volta al concorso internazionale. Negli anni il rapporto con Gandia si è trasformato in un vero gemellaggio, sempre seguito e raccontato dal compianto Roberto Vitali, storico giornalista de L’Eco di Bergamo.

Pino e Roberto due grandi amici di Gandia

All’ingresso del Mavi, uno degli hotel di Gandia che ospita i partecipanti della 47esima edizione della «Fideuà», è esposto in bella mostra il piatto che raffigura Pino Capozzi, a dieci anni dalla sua scomparsa, davanti al suo Agnello d’Oro di Città Alta: la testimonianza più bella di un’amicizia di lunga data, i cui frutti sono visibili ancora oggi. «Siamo profondamente legati a Bergamo e a due grandi amici di Gandia come Pino Capozzi e Roberto Vitali – ricorda commosso Cesar Garcia, tra i sostenitori della «Fideuà» e direttore della radio locale «Onda Naranja Cope» di Gandia -. Dagli anni Ottanta abbiamo iniziato una proficua collaborazione».

«Cucino tutti i giorni pesce fresco e di qualità, ma non conoscevo la «Fideuà. In poche ore abbiamo lavorato in squadra e ho imparato questa gustosa ricetta. È stata un’esperienza fantastica e a breve vedrò di proporre anche a Bergamo il piatto tipico che ci lega da 40 anni a Gandia»

Giovanni D’Auria è sbarcato in terra spagnola con un’eredità pesante e, nel ricordo di Capozzi e Vitali, ha ben figurato durante il concorso internazionale. «Cucino tutti i giorni pesce fresco e di qualità, ma non conoscevo la «Fideuà» – commenta lo chef del ristorante Giò di Seriate -. In poche ore abbiamo lavorato in squadra e ho imparato questa gustosa ricetta. È stata un’esperienza fantastica e a breve vedrò di proporre anche a Bergamo il piatto tipico che ci lega da 40 anni a Gandia»

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