Il paese di Albano col fiato sospeso
Il 17enne è ancora grave, ma migliora

Restano gravi le condizioni del 17enne di Albano Sant’Alessandro intubato nel reparto di Terapia intensiva Covid al Policlinico di Milano, uno dei centri lombardi individuati dalla Regione per l’accoglienza dei casi gravi positivi al coronavirus.

In queste ore il ragazzo è sotto stretto monitoraggio del personale medico. Rimane in pericolo di vita se pur stazionario. È stato sottoposto a una Tac e il quadro clinico è ancora piuttosto critico.
Ad Albano però c’è chi spera. E si aggrappa a ogni minimo segnale positivo. A partire naturalmente dai famigliari che si trovano in isolamento così come quanti sono venuti in contatto con il giovane nei giorni scorsi. «Nelle ultime ore nostro figlio ha iniziato a rispondere alle cure ed è in netto miglioramento - racconta il papà, 57 anni originario di Rovetta - . Oggi abbiamo speranze, la strada intrapresa è quella giusta -. Ci hanno detto che sta rispondendo alle cure, anche se non è ancora fuori pericolo».

Una vicenda dura ha riportato il Comune a pochi chilometri da Bergamo ai tempi più bui della pandemia, ma soprattutto, nel giro di poche ore, ha sconvolto la famiglia del giovane: «Mio figlio ha cominciato a stare male lunedì. Aveva 38.5 di febbre e disturbi intestinali. Ha preso la tachipirina ma poi continuavano a mancargli le forze e i sintomi non passavano così abbiamo chiamato la Croce Rossa. Lunedì è stato ricoverato in Pediatria a Seriate, poi verso le 2 di notte la situazione è peggiorata e l’hanno trasferito in Rianimazione. Ma continuava a peggiorare così mercoledì l’hanno trasferito in Terapia intensiva al Policlinico di Milano». Il giorno peggiore è stato questo. Perché oltre al repentino peggioramento del giovane, la sua famiglia è stata segnata anche da un lutto, quello del nonno materna del ragazzo che si è spento in una casa di riposo della provincia per patologie non legate al Covid.

Giovedì 19 agosto, si diceva, qualche speranza in più è maturata: «L’organismo di mio figlio - aggiunge il papà - sta rispondendo bene alle cure anche se effettivamente i medici ci hanno detto di non aver capito quale sia stata la causa. Il Covid infatti sembra una delle cause, il problema che ha avuto sembrerebbe legato a un batterio. Ci tengo a ringraziare tutti i medici, in particolare quelli di Seriate che hanno capito subito la situazione curando al meglio mio figlio. In tanti ci stanno dimostrando la loro vicinanza, tanti familiari, amici e vicini di casa. Li ringraziamo tutti con il cuore». Ora da affrontare c’è la questione dei tamponi e il timore che, oltre al ragazzo, ci siano altri positivi tra le persone con cui è venuto in contatto. «Anche io, mia moglie e il nostro primogenito di 18 anni ci siamo sottoposti al tampone - spiega ancora il papà - siamo in quarantena ma stiamo bene. E proprio questa sera (ieri per chi legge, ndr) è arrivato l’esito del mio, che è negativo».

Nelle prossime ore, si attendono i risultati anche degli altri test: «Ats - conferma il sindaco Maurizio Donisi - ha eseguito i tamponi su tutti coloro che hanno interagito con i ragazzi, tra mercoledì e oggi. Stiamo aspettando l’esito. Nel caso peggiore, cioè se dovessero essere positivi in molti, verrà attuato un isolamento importante». Insieme ai familiari infatti sono in quarantena altri venti ragazzi, tutti di Albano e dei paesi della zona, con cui sabato pomeriggio il 17enne aveva trascorso il pomeriggio di Ferragosto. «Si erano incontrati al pomeriggio in piscina, - riferisce il papà – non era una festa, ma un ritrovo tra amici, qui ad Albano, non molto lontano da casa. In ogni caso, non può avere preso il Covid in quella circostanza perché il periodo di incubazione è più lungo». «Era un pomeriggio allegro e spensierato a casa di amici fidati - conferma un 19enne di Albano molto amico dei ragazzi che presenti al raduno di Ferragosto -. In quel momento stavano tutti bene, compreso lui (il diciassettenne, ndr)». Un’estate in cerca di qualche svago quella del diciassettenne. Come quella di molti altri coetanei. Fermo il calcio - il giovane aveva militato nell’Albano Calcio come suo fratello maggiore -, restano fondamentalmente gli amici. Ad Albano il ragazzo ne ha molti, insieme al fratello di 18 anni in passato era anche stato animatore al Centro ricreativo estivo. «Siamo rimasti tutti sconvolti quando abbiamo letto sul giornale quello che era successo, - commenta Filippo, un giovane del paese - l’avevo visto qualche giorno fa, avevamo scambiato qualche parola e ci eravamo ripromessi di riverderci presto». Intanto nel Comune si respira aria di incredulità e timore, c’è chi teme un ritorno alle settimane buie di marzo, quando i contagi si moltiplicavano: «Speriamo davvero che sia un episodio isolato, - commentano in un bar pasticceria - certo è che un giovane intubato per Covid, ci fa rivivere quelle dolorose sensazioni dei mesi scorsi. Chi non si sentirebbe così? Come si può dimenticare?».

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