Una ciclo-pedonale paesistica collegherà Seriate a Pedrengo - La mappa

Il progetto Appena 1.500 metri ma è solo il primo passo. Spesa di 430mila euro in gran parte finanziati dalla Regione. Lavori forse già da luglio.

È un tratto di pista ciclo-pedonale di appena 1.500 metri ma tanto basta per far sognare che in un futuro si possa inforcare la bicicletta a Valbondione e finire l’escursione a Montodine (foce del Serio in Adda) dopo circa 80 km come un tuffo nel verde, nel silenzio, nella natura, accosto all’acque del Serio fra scorci naturalistici unici. «Un tratto che non esiste in tutta Italia» si entusiasma Dimitri Donati già presidente del Parco del Serio ora assessore ai lavori pubblici di Seriate che ha pensato a questa realizzazione e continua a pensarci, supportato anche da Claudia Terzi assessore regionale alle infrastrutture alla quale non piacciono proprio quei frammenti di pista che iniziano e finiscono nel traffico. Ergo serve un sistema continuo di ciclo-pedonali. Giovedì mattina 26 maggio in municipio a Seriate la presentazione del nuovo tratto che unisce Seriate a Pedrengo.

Dai due Comuni 40mila euro a testa, 50mila il Parco

«Non un tratto lineare ma con deviazioni utili a rallentare la velocità delle biciclette

«Non un tratto lineare ma con deviazioni utili a rallentare la velocità delle biciclette» ha osservato Laura Comandulli direttore del Parco del Serio. Operazione da 430mila euro, di cui 300 mila per importo lavori e oneri di sicurezza finanziati da Regione Lombardia, e 130mila per Iva, espropri, spese tecniche, imprevisti, finanziati per 50mila euro dal Parco del Serio e 40mila a testa dai comuni di Seriate e di Pedrengo. Tutto pronto: progetto, alienazioni di terreni a buon punto, piano economico, bando di gara in costruzione per poter far partire i lavori a metà luglio e concluderli verso metà ottobre.

Comadulli è rimasta sorpresa e affascinata da alcuni elementi unici, esistenti solo in questo tratto, come le scalette che scendono a pelo d’acqua, realizzate da non si sa chi, e che saranno riqualificate perché sono «meravigliose». È la riconquista del territorio, di scorci paesistici inimmaginabili, che il progetto della nuova ciclopedonale valorizza con panchine su cui soffermarsi a godere l’ambiente fluviale e i concerti degli uccellini: ci saranno cestini e bacheche e la predisposizione di punti luce per l’illuminazione notturna quando ci siano adeguate risorse finanziarie.

L’incontro è stato aperto da Dimitri Donati ripassando l’excursus tecnico e amministrativo sfociato nella concreta realizzazione della pista che «crea i presupposti per un qualcosa che ancora c’è ma già ora è un valore aggiunto per Seriate, per Pedrengo e per tutta la Bergamasca». «Qualcosa che non c’è, ma neanche più così lontana come poteva essere qualche anno fa» ha osservato Achille Milesi vicepresidente del Parco del Serio.

«Incentivare l’uso della bicicletta e le camminate»

«Questa pista pervicacemente voluta da Donati, da semplice collegamento di due comuni diventa di interesse sovracomunale, primo tassello di un futuro sistema di ciclo-pedonali che trova senso nella volontà di Regione Lombardia di incentivare la bicicletta e le camminate, una mobilità lenta che permette di scoprire il territorio e scorci suggestivi. I parchi e le piste ciclo-pedonali assolvono la voglia della gente di vedere un po’ di natura e non solo cemento, e sono un volano per lo sviluppo anche economico del territorio».

«Orgoglioso di questa realizzazione - ha affermato Basilio Monaci presidente del Parco del Serio - che ha un nome, quello delle persone che si sono spese per questo obiettivo, che hanno pensato, lavorato e vi si sono dedicate con passione. Seriate, Pedrengo e il Parco hanno creato la ciclabile e importante è stato il lavoro dei due sindaci che non hanno deciso di stanziare ognuno 40mila euro pur di concretare un’opera significativa, fondamentale per strategie future». Simona D’Alba, sindaco di Pedrengo, approva l’espansione della mobilità sostenibile in una regione «molto urbanizzata ma che ora ha avviato un processo di cambiamento in cui rientrano anche piccoli tratti di mobilità lenta, comunque utili a diminuire l’inquinamento e il traffico».

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