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Martedì 15 Luglio 2025
Herbie Hancock a Bergamo, il ritorno dell’ambasciatore del Jazz
LIVE. Il celebre pianista e tastierista statunitense suonerà il 18 luglio al Lazzaretto. Classe 1940, una carriera segnata da successi, premi e storiche collaborazioni. In città si era esibito nel 1972 al Teatro Donizetti.
Bergamo
È l’ora di Herbie Hancock: per l’ultimo dei tre concerti al Lazzaretto, l’edizione estiva di Bergamo Jazz saluterà, venerdì 18 luglio (ore 21.30), l’atteso ritorno in città, dopo oltre 50 anni, di una delle più luminose stelle del firmamento musicale mondiale.
Il celebre pianista e tastierista statunitense si esibirà alla guida di una band comprendente il trombettista Terence Blanchard, il chitarrista Lionel Loueke, il bassista James Genus e il batterista Jaylen Petinaud, tutti musicisti di comprovato valore. L’evento, organizzato da Fondazione Teatro Donizetti e dal Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo per ricordare i 25 anni dalla scomparsa di Filippo Siebaneck, si avvale del sostegno di BCC Milano ed è inserito nel ciclo di appuntamenti al Lazzaretto promossi dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo.
Leggenda vivente
Ottantacinque anni e non sentirli, 14 Grammy Awards, una discografia di proporzioni vastissime che valica da sempre stili e generi, collaborazioni prestigiose, colonne sonore di film importanti: tutto ciò e altro ancora fa di Herbie Hancock un artista tra i più rappresentativi di o ltre 60 anni di storia della musica moderna, una vera leggenda vivente, uno spirito libero che con la sua musica, o meglio con le sue tante musiche, ha segnato in modo indelebile l’immaginario sonoro dagli anni Sessanta del Novecento in avanti.
La prima volta al Donizetti
Il suo concerto del 17 marzo 1972 al Teatro Donizetti è inserito di diritto negli annali del festival jazz di Bergamo: all’epoca trentaduenne, Herbie Hancock conquistò il pubblico con la travolgente miscela elettroacustica del suo sestetto Mwandishi, esibendosi nel corso della prima serata del festival insieme al trombettista Eddie Henderson, al trombonista Julian Priester, al sassofonista e clarinettista Bennie Maupin, al bassista Buster Williams e al batterista Billy Hart. Proprio lo scorso marzo, per Bergamo Jazz 2025, Eddie Henderson e Billy Hart sono tornati sul palcoscenico del Donizetti in qualità di componenti dei The Cookers.
Un bambino prodigio
Nato a Chicago nel 1940, Herbie Hancock è stato il tipico bambino prodigio: a soli 11 anni suona un concerto di Mozart con la Chicago Symphony Orchestra. Al jazz si è avvicinato ascoltando due pianisti diversissimi fra loro come Oscar Peterson e Bill Evans. Il primo ingaggio che lo metterà in luce risale al 1960, con Donald Byrd. Nel 1963 registra per la Blue Note il suo primo album Takin’ Off, che include quella che diverrà una delle sue massime hit, «Watermelon Man». Seguono altri album per la Bue Note (Maiden Voyage e Speak Like a Child fra gli altri), ma soprattutto avviene l’entrata nel quintetto di Miles Davis, completato da Wayne Shorter, da Ron Carter e da un giovanissimo Tony Williams alla batteria. Con Davis, Herbie Hancock condividerà anche le visioni elettriche di fine anni Sessanta, partecipando ad album epocali come «In a Silent Way» e «Bitches Brew». Facendo tesoro della lezione davisiana, Hancock esplorerà anche in proprio i suoni elettrici e poi elettronici con il sestetto Mwandishi e quindi con gli Headhunters, abbracciando con questi ultimi la causa del funk jazz e incrementando considerevolmente la propria popolarità. Il ritorno al jazz acustico non gli impedirà di cimentarsi nel 1983 con l’hip hop, grazie all’album Future Shock, quello di un altro successo planetario, «Rockit». E poi vanno ricordate almeno le collaborazioni con il collega di strumento Chick Corea, con la cantautrice canadese Joni Mitchell, le musiche per Blow Up di Antonioni, l’Oscar per la colonna sonora del film Round Midnight di Bertrand Tavernier.
Ambasciatore Unesco
Dal 2011 Herbie Hancock è ambasciatore dell’Unesco e sostiene l’International Jazz Day che si svolge ogni 30 aprile: una giornata, alla quale Bergamo Jazz aderisce da tempo, nel segno della condivisione dei valori di inclusione e dialogo fra culture diverse di cui Herbie Hancock si è sempre fatto autorevole messaggero.
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