Cronaca / Bergamo Città
Martedì 19 Marzo 2024
«Io, papà rimasto solo ringrazio mio figlio. È lui a rendermi forte»
LA FESTA DEL PAPÀ. Gilberto ha perso la moglie 5 anni fa: «Il nostro bimbo si chiama Vittorio perché è stato una conquista. Imparo tanto, i giorni migliorano».
Papà, sei il mio porto sicuro. La mia roccia. Oggi, 19 marzo, San Giuseppe, si festeggiano i papà. «Ma non chiamateci supereroi, dobbiamo accettare di poter sbagliare e fare sempre del nostro meglio per essere dei bravi papà». Gilberto Rivola, 48 anni e papà vedovo del quartiere di Sant’Anna per nascita e di Città Alta d’adozione, ha le idee chiare su questa giornata che celebra tutti i padri. Chiunque essi siano: soli, sposati, separati, lontani, mancati, in cerca di aiuto e che darebbero la vita per i propri figli. Gilberto cerca di dare la sua personale risposta da papà di un bambino, Vittorio, di dieci anni, da crescere senza la mamma, Alessandra, mancata cinque anni fa che lui, a voce, esita a voler ricordare.
«Aggiungo solo una cosa che a parole facevo fatica a dire: ringrazio ogni giorno Alessandra per avermi insegnato ad essere un uomo e un papà migliore. La sua frase “Un uomo felice è un papà felice” è un mantra che porterò sempre con me», scrive Gilberto con il cuore spezzato, ma che continua a lottare per il figlio Vittorio perché essere un buon
«Ringrazio ogni giorno Alessandra per avermi insegnato ad essere un uomo e un papà migliore»
papà significa anche essere forte per il proprio figlio, nascondendo spesso le debolezze e le lacrime, anche quando ricordare diventa difficile e doloroso. «Alessandra e io l’abbiamo chiamato Vittorio perché per noi è stata una bella conquista», racconta Gilberto, in difficoltà nel riportare alla mente quei ricordi felici a cui, tempo fa, aveva dedicato anche un post social. Una «vittoria» che continua. Non solo per Gilberto, ma, sicuramente, anche per Alessandra. «Trovarmi solo, all’improvviso, non è stato semplice – continua Gilberto – Anche adesso ricordare Alessandra per me non è facile. Ma Vittorio, con la sua gioia dirompente, curiosità verso il mondo e desiderio di fare e vedere tante cose, mi rende ogni giorno non solo un papà più forte e coraggioso, ma anche una persona più bella. Imparo tantissimo da lui. E le giornate migliorano, minuto dopo minuto».
La morte e gli insegnamenti di papà Mario
Al difficile lutto per Alessandra, è seguita anche la morte del papà di Gilberto, Mario Rivola. Lui, presidente onorario di Avis comunale Bergamo e storico volto e nome del volontariato sul territorio, è stato un grande sostegno per Gilberto nel nuovo ruolo e nella nuova vita da papà single. E l’esempio per essere un bravo papà. «Chi sono come papà e chi posso diventare come padre, lo devo a lui – ricorda Gilberto – . Ricordo di avergli chiesto una volta che figlio fossi stato per lui – continua – consapevole del fatto che non fossi stato un figlio perfetto, sotto tanti punti di vista: dal lasciare gli studi presto all’andare a vivere fuori casa da molto giovane. Ma lui, per tutta risposta, ha iniziato a farmi un elenco di tutte le cose che avevo fatto e, accanto a ogni evento, mi spiegava il perché fossero fatti importanti per la mia vita e la mia crescita. Tutti passi, secondo lui, che mi hanno permesso di costruire l’identità che ho oggi. Anche di padre».
Il sostegno del quartiere
Ad aiutare Gilberto nell’affrontare le difficoltà di un papà single, c’è anche la comunità del quartiere in cui vive. «Certamente non posso che ringraziare i nonni che ogni giorno sono un supporto costante e indispensabile. Ma quello che vorrei raccontare è anche il calore che mi dà il quartiere in cui vivo che considero una vera comunità. Dalla scuola al gruppo di genitori e le cooperative che operano nella zona, ho trovato quasi una famiglia che accoglie me e Vittorio e che non manca mai di aiutare. Mi ricordo sempre con affetto la frase di un cittadino del quartiere che mi disse: “I tuoi problemi sono i problemi della comunità”. Queste parole ti entrano dentro. Così, in questa giornata voglio condividere ciò che io ho imparato da mio padre ed essendo io stesso padre di Vittorio: lasciate i figli liberi di crescere, ascoltandoli, senza ostacolarli. Aiutiamoli a scrivere la loro storia, senza imporci. Ci ringrazieranno. E dove non arriviamo, lasciamoci aiutare, è un grande insegnamento anche per i nostri figli, non una debolezza. Io, la forza, la trovo da lì», conclude Gilberto.
Buona festa a tutti i papà!
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