Malattie «di cuore», il cambiamento del clima ha il suo peso

IL CONVEGNO. L’impatto dell’inquinamento e di altri fenomeni atmosferici sulla diffusione di patologie cardiovascolari.

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo occidentale. Tra i fattori da considerare c’è ormai anche il cambiamento climatico, mentre la ricerca fa continui passi in avanti in ambito diagnostico e terapeutico.

Attraverso più sguardi, lo scorso sabato 31 maggio la Casa di cura Palazzolo ha ospitato il convegno «Attualità e prospettive in patologia vascolare», organizzato in sinergia tra la Società italiana di medicina vascolare (Simv), la Società italiana di diagnostica vascolare (Sidv), la Società italiana di microcircolazione (Sim) e la Federazione dei centri di sorveglianza anticoagulati (Fcsa), sotto l’egida dell’International Union of Angiology (Iua), la più grande organizzazione scientifica angiologica mondiale. Un appuntamento che ha messo a confronto esperti da tutti Italia, attraverso una discussione articolata su più panel e capace di approfondire i diversi ambiti della patologia cardiovascolare. «L’impressione è stata molto positiva, sia per la partecipazione sia per la qualità dei relatori – premette Gabriele Alari, direttore del Dipartimento di Angiologia e Medicina vascolare della Casa di cura Palazzolo, tra gli organizzatori del convegno -. C’è stata curiosità anche da parte dei pazienti e una presenza importante anche delle istituzioni».

L’impatto del cambiamento climatico

Ad aprire i lavori è stata una tavola rotonda di taglio innovativo, dedicata all’impatto del cambiamento climatico sulle malattie cardiovascolari: «Abbiamo affrontato un tema non consueto, ma capace di generare molta passione – rileva Alari -. Sia a livello di società scientifiche sia a livello di aziende ospedaliere si sta consolidando l’attenzione su questo ambito. Il cambiamento climatico non investe solo la salute: è necessario riflettere anche sull’impatto dei servizi sanitari, che generano a livello mondiale il 5% delle emissioni inquinanti. Si sta diffondendo una consapevolezza e una coscienza importante anche su questo, peraltro con iniziative rilevanti anche in Bergamasca». Lo dimostrano anche i tavoli istituzionali che coinvolgono più «attori» del sistema sanitario, impegnati in buone pratiche per ridurre l’impatto ambientale di prestazioni e servizi.

Il ruolo dell’Intelligenza artificiale

L’attenzione dei relatori si è poi posata sulla sfera più tecnica della medicina vascolare, mettendo a sistema l’esperienza maturata in ambito clinico e di ricerca. «Per quanto riguarda lo stato dell’arte e le innovazioni della diagnostica – prosegue Alari -, sono emersi elementi rilevanti, come gli avanzamenti legati all’ecodoppler tridimensionale e all’apporto dell’Intelligenza artificiale, che apre prospettive molto importanti». Un focus specifico è stato poi dedicato alla microcircolazione: «Un aspetto a volte trascurato in patologie come l’infarto e l’ictus – dice Alari -, ma occorre andare oltre la stenosi per curare il microcircolo con prospettive di terapia molto più avanzate. I relatori hanno poi affrontato aspetti inusuali o atipici delle trombosi venose, che normalmente creano sconcerto perché non si sa come trattarli per mancanza di evidenze scientifiche, ma la discussione ha fatto chiarezza».

«Malattie in aumento»

Una condivisione di conoscenza fondamentale per continuare a migliorare l’approccio al paziente, a fronte di patologie diffuse su larga scala nella popolazione: «Le malattie cardiovascolari sono in aumento – spiega Anna Falanga, ematologa e direttrice scientifica della Fondazione Artet, tra i responsabili scientifici del convegno -, e verosimilmente questo si lega anche ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, fenomeni tra loro interconnessi. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo occidentale: infarti, ictus, trombosi ed embolie polmonari sono tutte patologie basate su coaguli che si formano nelle arterie e nelle vene, ostruendo il passaggio del sangue e determinando un minore apporto dell’ossigeno, e quindi la morte dei tessuti. Il convegno ha permesso di affrontare l’aggiornamento dei metodi di diagnosi e di valutare il coinvolgimento a livello dei capillari e quindi del microcircolo». Approfondimenti specifici hanno riguardato aspetti come la gravidanza, le terapie ormonali e le complicanze da emorragie legate all’emergenza: «La partecipazione ha superato le nostre aspettative e il dibattito è stato di alto livello, il territorio bergamasco ha ottimi esperti e ottimi centri per le malattie trombotiche – dice Falanga -. Il tema che ha aperto il convegno è stato innovativo: è fondamentale comprendere come incidono i cambiamenti climatici».

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