Economia / Bergamo Città
Sabato 30 Settembre 2023
«Patto anti inflazione», nella Bergamasca sconti in 303 attività: ecco dove
LA CAMPAGNA. Da domenica 1 ottobre il via al «Trimestre» voluto dal governo insieme alle associazioni di categoria. «Tiepidi» i consumatori.
Ci sono diversi supermercati, un discreto numero di negozi di piccole-medie dimensioni o di vicinato e una fitta rete di farmacie. È l’«alleanza» che declina anche in Bergamasca il «trimestre antinflazione» varato a livello nazionale dal governo e da diverse associazioni della distribuzione, del commercio e del settore farmaceutico: un «patto» per far sì che dal 1° ottobre al 31 dicembre i punti vendita aderenti possano proporre «a prezzi calmierati una vasta gamma di prodotti di prima necessità, alimentari e non, per l’infanzia e di largo consumo». In tutta la Bergamasca sono 303 i punti vendita aderenti, di cui quasi la metà (150) sono farmacie (non per i medicinali, ma per articoli dedicati a prima infanzia, igiene e cura della persona). Le insegne aderenti nel capoluogo sono 27, compresi alcuni market tra i principali (Esselunga, Coop, Conad, Gigante, Penny Market, Famila).
Il meccanismo dell’iniziativa, destinata a debuttare ufficialmente da domenica e in vigore sino al termine dell’anno, lo spiega il ministero delle Imprese e del Made in Italy: una volta individuati i prodotti da ricomprendere nel «patto antinflazione», gli esercizi aderenti proporranno questi prodotti «a prezzo calmierato rendendoli facilmente riconoscibili ai consumatori attraverso l’esposizione negli esercizi commerciali e sugli scaffali del logo del “Trimestre Anti-inflazione”: un carrello della spesa tricolore, oggetto della campagna di comunicazione che verrà avviata nei prossimi giorni con l’obiettivo di promuovere l’iniziativa».
Consumatori «tiepidi»
L’impatto dell’iniziativa lo si coglierà empiricamente carrello alla mano nelle prossime settimane. Dalle associazioni dei consumatori, le prime impressioni sono abbastanza tiepide: «È una buona notizia, ma bisognerà valutare i risultati in concreto – premette Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Intanto non esiste un elenco dettagliato dei prodotti oggetto dell’iniziativa. Ogni operatore potrà scegliere liberamente gli articoli che saranno oggetto di promozioni anti inflazione, purché siano beni di prima necessità. Verificheremo la reale entità degli sconti praticati ai consumatori, le adesioni sul campo da parte di commercio e distribuzione e i vantaggi concreti per le famiglie. Le associazioni dei consumatori sono state tenute fuori dal patto, e non si chiarisce nulla circa i controlli sul rispetto dell’accordo, che la logica vorrebbe fossero attribuiti alle associazioni dei consumatori».
Il dato di fondo è appunto quello della corsa galoppante dei prezzi. Secondo le stime tratteggiate ieri dall’Unione nazionale consumatori sulla base dei nuovi dati Istat, oggi «per una coppia con due figli l’inflazione a +5,3% (il valore nazionale dell’inflazione comunicato ieri dall’Istat, ndr) significa un aumento del costo della vita pari a 1.464 euro su base annua: di questi, ben 669 euro servono solo per far fronte ai rialzi dell’8,7% dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche».
«Non per fare la parte del pessimista, ma mi sembra un’operazione più di facciata – osserva Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo -. È difficile pensare che questa iniziativa risolva davvero le difficoltà delle famiglie, e tra l’altro non è ben chiaro come si svolgeranno i controlli sul rispetto dei prezzi calmierati. Aggiungiamoci il nuovo cospicuo rialzo delle bollette dell’elettricità, indizio di un autunno che rischia di essere nuovamente instabile sul fronte energetico. E c’è sempre la questione del caro-carburanti: il governo aveva fatto del taglio delle accise una bandiera elettorale, ma su questo tema non è stato fatto nulla. Anzi: il governo Draghi le aveva ridotte, il nuovo governo non ha mantenuto quell’aiuto».
Le imprese
Prospettiva diversa è quella delle associazioni delle imprese. «Siamo davanti a uno snodo anche drammatico sotto certi punti di vista – ragiona Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo - anche in Bergamasca sono sempre di più le famiglie che faticano a fare acquisti. Ma non dobbiamo dimenticare che il momento difficile riguarda le stesse imprese, che subiscono riduzioni di vendite perché il consumatore non ha possibilità di spesa. Proprio questo periodo di inflazione si è osservato anche nelle filiere della produzione: i rincari hanno premuto soprattutto sull’ultimo anello della catena, il negozio al dettaglio, con rincari anche per i commercianti». «Il patto anti inflazione è un esperimento che mette in gioco la disponibilità delle imprese della distribuzione a tenere fissi, per i prossimi tre mesi, i prezzi di un paniere riguardante i generi alimentari. Si tratta di uno sforzo, peraltro, che già molti imprenditori mettono spontaneamente in campo – commenta Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo -. Sullo sfondo rimane uno scenario incerto in cui l’economia italiana sembra fermarsi e il carovita si fa sentire. Decisiva sarà la prossima manovra finanziaria». Tra i punti vendita aderenti ci sono anche cooperative di consumo: «L’adesione deriva da una valutazione politica per cui è necessario trovare qualsiasi strumento e dare la disponibilità a qualsiasi tavolo – riflette Lucio Moioli, segretario generale di Confcooperative Bergamo -. L’inflazione sta schiacciando le famiglie, e anche le cooperative sono sensibili: diverse cooperative hanno messo in atto iniziative per contenere l’aumento dei prezzi».
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