Resistenza agli antibiotici, a Bergamo il 78% di prescrizioni «appropriate»

I NUMERI DELL’ATS. Il dato supera quello delle linee guida di Oms (60%). Sofia: «Formazione virtuosa». Marinoni: «Fondamentali i medici di famiglia».

Obiettivo raggiunto. Bergamo centra un risultato prezioso sul fronte dell’antibiotico resistenza, una delle criticità più diffuse in tema di uso dei medicinali: l’Italia ha i dati peggiori a livello europeo, perché si stima che in media ogni anno 200mila pazienti sviluppino una resistenza agli antibiotici, con 11mila decessi. Il territorio orobico ha però messo in campo un progetto – frutto della collaborazione tra Ats e medici di cure primarie – volto a una maggiore «appropriatezza prescrittiva», sulla scorta delle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità: far sì che le prescrizioni di antibiotici «access» (cioè «appropriati», meno inclini a sviluppare resistenze batteriche) rappresentino il 60% delle prescrizioni di antibiotici. A oggi, secondo i dati diffusi ieri dall’Ats, i medici di base bergamaschi hanno già raggiunto il 78% di prescrizioni appropriate, andando già ben oltre l’asticella dell’Oms e con un buon miglioramento rispetto al 2022 (quando le prescrizioni «access» erano state il 52%).

«Valenza deontologica»

«I progetti concordati con i medici di cure primarie, che prevedono di trattare questo tema mediante incontri di formazione specifici – spiega l’Ats -, stanno generando un meccanismo virtuoso, aumentando la prescrizione corretta degli antibiotici, così come indicato dall’Oms stessa». Per Michele Sofia, direttore sanitario dell’Ats di Bergamo, «il tema dell’antibiotico resistenza è un vero e proprio allarme, poiché incide significativamente sia sul tasso di mortalità dei nostri cittadini, sia sull’ambito più specialistico dell’appropriatezza prescrittiva, quest’ultima particolarmente attenzionata da Regione Lombardia. Per questo la Direzione sanitaria di Ats Bergamo e i medici di assistenza primaria e pediatri di libera scelta del territorio hanno ritenuto opportuno investire in formazione: una scelta che, richiedendo parte del poco tempo a disposizione dei medici, ne evidenzia la grande valenza deontologica a favore degli assistiti». La questione è concreta: «Molte malattie comuni di origine batterica – ricorda l’Ats – sono ormai difficilmente trattabili, e se non si attuano programmi a contrasto del problema, la situazione certamente si aggraverà, provocando un impatto imponente sui costi della salute che incideranno ulteriormente sulla povertà e sulle diseguaglianze nella popolazione».

«Risultato importante»

Il 78% di prescrizioni «access» è un «risultato importante», commenta Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo: «È una questione da affrontare in una logica “one health”, che passa dal corretto utilizzo degli antibiotici sia nella medicina veterinaria, sia nelle cure primarie e fino alle cure ospedaliere: anche le infezioni ospedaliere sono un tema di grande attenzione – aggiunge Marinoni -. Il contributo dei medici di base nell’appropriatezza delle prescrizioni è fondamentale: è un lavoro di grande attenzione che si svolge quotidianamente pur nelle note difficoltà con cui fa i conti questa professione, a partire dalla frequente assenza di personale di supporto negli studi medici».

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