
Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Venerdì 06 Giugno 2025
Uno sguardo «dietro» gli affreschi del Lotto a San Michele al Pozzo Bianco
ARTE. La storia dell’opera creata dall’artista nel 1525 sarà al centro della conferenza che si terrà l’8 giugno in chiesa. Costanza Barbieri dell’Accademia delle Belle Arti di Roma parlerà dei committenti e dello studio dell’iconografia scelta.
Proseguono nella chiesa di San Michele al Pozzo Bianco le iniziative – visite guidate, conferenze, omaggi musicali. per celebrare i 500 anni dell’ultima opera licenziata da Lorenzo Lotto per la città di Bergamo: gli affreschi della vita della Vergine. Nell’ottobre del 1525, infatti, Lotto scrive a Girolamo Passi, giurista del Consorzio di Santa Maria Maggiore e membro del Consorzio della Vergine di San Michele al Pozzo Bianco, di preparare il muro a poter ricevere l’ultimo strato di intonaco e poi il colore per gli affreschi della vita della Vergine in San Michele, che il pittore stava portando a termine in una delle cappelle laterali al presbiterio, progettate e realizzate tra il 1514 e il 1519 dall’architetto Andrea Zilioli.
La genesi dell’opera
Domenica 8 giugno alle 16, in particolare, è in programma la conferenza «Incontro con Lorenzo Lotto: ricordi, ricerche e scoperte» di Costanza Barbieri dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, autrice nel 2000 del volume «Specchio di virtù. Il consorzio della Vergine e gli affreschi di Lorenzo Lotto in San Michele al Pozzo Bianco» (Lubrina editore), un testo imprescindibile per comprendere la genesi dell’opera. Nello studio di Barbieri, infatti, il ciclo lottesco si presta a un doppio piano di indagine. Da un lato l’analisi della committenza, una confraternita con finalità caritatevoli e devozionali, di notevole prestigio sociale; dall’altro, lo studio degli affreschi e delle motivazioni artistiche e dottrinali che condussero Lotto a operare un decisivo cambiamento iconografico, rispetto a una tradizione plurisecolare, nella rappresentazione della vita di Maria.
Generose confraternite
«Questo giubileo lottesco – sottolinea don Giovanni Gusmini - è anche occasione preziosa per mettere a fuoco il fatto che una simile impresa artistica fu in realtà il frutto di un contesto sociale particolare: la vicinia di San Michele al Pozzo Bianco. Disposta lungo il tratto inferiore di via Porta Dipinta, raccoglieva abitazioni di importanti famiglie cittadine, in particolare i Passi de’ Preposulo, i Calepio, i Bonghi. Poco più a monte, nella vicina di Sant’Andrea, avevano le loro dimore i Suardi e i Della Torre, anch’essi tra i committenti di Lotto. Raccolti in attive e generose confraternite, nelle quali, fatto non scontato né comune, erano ammesse anche le donne, gli esponenti di queste nobili famiglie tenevano viva ed efficace una rete di attività caritative e assistenziali, che costituivano un supporto fondamentale al benessere collettivo della vita cittadina. Le Storie della Vergine dipinte da Lotto, infatti, celebrano non solo la vicenda terrena della Madre del Redentore, ma anche il ruolo della donna e della sua attiva sollecitudine nel contesto della società del tempo»
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