«Così riscopriamo meraviglie segrete di Bergamo»

L’INTERVISTA. La voglia di una Bergamo del passato, oppure nascosta, dimenticata. Che ritorna alla luce e trova anche nuova vita. Nuove strade da percorrere. Questo è il progetto di Contemporary Locus, associazione culturale ideata e diretta da Paola Tognon.

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«Attiva dal 2012, Contemporary Locus realizza progetti d’arte in luoghi dismessi, segreti o dimenticati della città di Bergamo che vengono temporaneamente riaperti attraverso opere e progetti site specific di artisti internazionali» spiega la direttrice Paola Tognon, storica dell’arte. Un lavoro incredibile che negli anni ha riportato alla luce pezzi del territorio: «Tuttora stiamo lavorando in città, al parco Caprotti, luogo accessibile sia da via Tasso sia da via Verdi, con un progetto attivo fino al 5 novembre».

«Lavoriamo in luoghi sconosciuti, dimessi e dimenticati, luoghi che speso hanno perso la loro funzione e a volta la loro memoria - continua Paola Tognon -. Il primo progetto nel 2012, ora siamo alla 15esima edizione e lavoriamo in luoghi “ex” che nel 70% delle occasioni hanno trovato poi nuove vite».

Progetti, ma anche scommesse con il passato e il futuro della città: «Riaprire questi luoghi significa infatti creare relazioni tra il passato e sperimentazioni contemporanee: non c’è un luogo a cui siamo più legati. Tra le esperienze più complesse e di grande emozione l’edizione nella ex Centrale elettrica di Daste e Spalenga che ci ha richiesto due anni di lavoro ma anche la riapertura alla città dell’ex Diurno di Bergamo. Ora un progetto verde, per una nuova esperienza tra uomo e habitat naturale».

Contemporary Locus 15

Contemporary Locus 15 abita il parco come spazio di sperimentazione artistica e come piattaforma partecipativa intergenerazionale in un’ottica di rigenerazione urbana e di sostenibilità ambientale. Il progetto - laboratorio di convivenza a cielo aperto - riflette sul rapporto tra tra habitat naturale ed essere umano prendendo spunto dalla storia dei giardini romantici e dalle diverse sensibilità che nel tempo hanno costruito, trasformato e abitato spazi naturali. Contemporary Locus 15 ha invitato l’artista Sophie Ko ad intervenire all’interno del Parco Caprotti e del suo Padiglione del Tè - piccolo edificio vetrato realizzato nel 1890, oggi in parziale dismissione - per un progetto legato all’idea di giardino e alla pittura come possibile interpretazione della memoria del paesaggio. La proposta ha spinto la ricerca dell’artista verso una dimensione tridimensionale e installativa che definisce lo spazio del Padiglione del Tè come luogo dell’azione che rivela attualità, memoria, tempo e immaginazione.

«Rivedere riaperti gli spazi “ex” che ora hanno nuove funzioni, nuovo carattere, è sempre un’emozione: non sempre le nostre aspettative o quelle raccolte dalla comunità corrispondono alle nuove funzioni definite ma ci si sente partecipe in qualche modo di una presa in cura della città di questi spazi - continua Tognon -. Non serve solo costruire il nuovo ma anche recuperare ciò che la storia ci ha dato».

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