«Da piccola sognavo le Olimpiadi, ora la montagna la vivo al Pora. E tifo Atalanta»

L’INTERVISTA. Da sciatrice agonista, ora investe sul Monte Pora per far crescere i servizi. Cristina Radici fa la mamma e lavora su nuovi progetti: tour esperienziali, nuovi uffici e attività, per una montagna da vivere anche senza sci.Tifando Atalanta.

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«La prima volta che sono salita sugli sci avevo due anni e mezzo: mi ricordo poco ma sicuramente ricordo mia mamma, la sua personalità forte che ci aiutato nella vita. Lei diceva: “Ci sono -20 gradi? bene, ci si copre e si va”». Cristina Radici per prima cosa ringrazia mamma e papà, grande imprenditore, e sottolinea: «Mi sento di dire che prima d tutto faccio la mamma, poi sono presidente della Irta, società del Monte Pora, membro dell’Accademia dello Sport e della Solidarietà e sono stata nominata in Confidustria, nel Gruppo tecnico sull’economia della montagna».

Il Pora e i nuovi servizi

Il suo è un legame molto forte con la montagna: «Ci vivo da quando sono piccola. Sono di Leffe e amo il suo silenzio nonostante la mia vita caotica - spiega -. Per me andare in montagna vuol dire respirare. Facendo l’atleta ho girato la montagna in lungo e largo, ma il legame con il Pora non è da atleta ma da mamma». Sul Pora sottolinea: «Negli ultimi anni è cambiato: si sta puntando sui servizi, sulle comodità. Sono cambiate le modalità di fruizione della montagna e le richieste: la montagna non si vive solo sugli sci, ma anche a piedi, con la consapevolezza del cambiamento climatico. Quindi serve sì mantenere impianti e innevamento, ma offrire servizi e attività anche per chi non scia - continua -: non bisogna avere paura d investire e le giovani generazioni devono investire sulla loro montagna».

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Numerosi i progetti e gli investimenti: dalla piazzetta del Pora al nuovo noleggio, dagli uffici, la scuola sci per i più giovani con tanto di «nuove mascotte, le motoslitte per tour esperienzali» spiega.

«Volevo diventare sciatrice olimpionica. Ora tifo Sofia»

Da piccola? «Volevo diventare una brava sciatrice e vincere le Olimpiadi. Bisogna sempre sognare e se non si arriva, non è finita. Bisogna essere soddisfatti di quello che si raggiunge: le strade da intraprendere sono tante e la vita è piena di opportunità. Sempre da cogliere». E nella vita personale? Da atleta a mamma e imprenditrice: «Ho lasciato la carriera sportiva, avevo voglia di studiare e la mia vita ha preso una piega diversa». Adesso scia poco: «Oggi quando vado lo faccio con amici e famiglia - sorride -. Faccio la classica turista: vado in base a dove si va a mangiare. I figli sciano ma la strada che hanno preso è più quella del calcio». C’entrerà papà Luca Percassi? «Da noi la tv è sempre sul calcio, ma seguiamo anche Sofia Goggia. Lei è tifosa della Dea e noi siamo suoi tifosi». Ma il calcio vice in casa Radici-Percassi: «Anche io tifo Atalanta e vado allo stadio. Quando posso anche in Curva, ma c’è la scaramanzia...».

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