Don Davide Rota Conti: «La via della bellezza è la porta verso il mistero di Dio»

L’INTERVISTA. Il direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Bergamo, don Davide Rota Conti, guida il nuovo Bernareggi e racconta come la bellezza, tra arte e fede, possa diventare un cammino condiviso per la città e per l’uomo contemporaneo.

Bergamo

La voce trema quando cita Paolo VI: «Il mondo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nel baratro della disperazione». Parole che, dice don Davide Rota Conti, sembrano scritte per i nostri tempi. Bergamasco, classe 1986, è dal 2023 direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Bergamo e del rinnovato Museo Diocesano Bernareggi. Un cammino che lo ha portato dagli oratori di Clusone e Cologno al Serio al cuore dell’arte e della cultura della Chiesa bergamasca.

Il Bernareggi torna in Piazza Duomo

L’idea di riportare il museo nel cuore di Bergamo Alta nasce dal vescovo Francesco Beschi: «Nel 2019 ha intuito la necessità di ridare al Bernareggi la sua sede originaria», spiega don Davide. Il primo museo, infatti, aprì nel 1961 nell’attuale Curia. Oggi, con il nuovo allestimento, il Bernareggi si collega all’antica cattedrale e al battistero, creando un unico itinerario culturale in Piazza Duomo.

«È una rinascita», racconta don Davide. «Un tempo questi spazi erano seminterrati compromessi, con magazzini, una cisterna per la nafta, persino un’auto parcheggiata. Vedere il “prima, durante e dopo” dei lavori fa capire il valore di questo recupero».

Don Davide Rota Conti a L'Eco di Bergamo Incontra. Video di Roberto Vitali

Un museo che parla a tutti

Nel nuovo Bernareggi l’arte si fa incontro: «Ci piace dire “diamoci del tu” – spiega don Davide –. Non serve aver studiato storia dell’arte per sentirsi accolti. Le opere parlano attraverso la vita, la fede e la storia del nostro popolo». Il percorso attraversa cinque secoli, dal Quattrocento al Novecento, mostrando come arte, storia e spiritualità si intreccino nella cultura bergamasca.

«La bellezza – aggiunge – non è solo estetica. È un linguaggio universale che tocca credenti e non credenti. Gli ultimi papi l’hanno detto chiaramente: la via della bellezza è una via privilegiata per incontrare Dio».

Un sogno per Bergamo

Lo sguardo è già al futuro: «Il mio sogno è completare il terzo lotto, quello che coinvolge il Templietto di Santa Croce. Sarebbe un passo importante per restituire a Bergamo un intero complesso ricco di storia». E dopo l’esperienza da Capitale Italiana della Cultura, don Davide invita a non perdere lo slancio: «Siamo bergamaschi: le sfide ci fanno rinascere. L’anno da Capitale è stato un volano, ora dobbiamo continuare a fare rete e collaborare, come ha ricordato anche il sindaco all’inaugurazione».

La lama d’acqua e la «fontana eterna»

C’è un dettaglio poetico all’ingresso del nuovo museo: una sottile lama d’acqua accompagna i visitatori verso l’uscita. «Scorre lungo l’asse che unisce il museo al battistero, alla torre civica e al Campanone», racconta don Davide. Accanto, una frase di Dante: «Poi si tornò nell’eterna fontana.» «È l’immagine perfetta della nostra idea di bellezza: un cammino che conduce alla sorgente, al mistero di Dio.»

© RIPRODUZIONE RISERVATA