Due punti buttati
ma le attenuanti
non sono da poco

Con l’Atalanta spesso bisogna avere pazienza. E fede. Il gol a un certo punto arriva. Ma se resta isolato e poi non la chiudi può finire che non sia sufficiente. Come è accaduto ieri. È emblematico che a sbloccare il risultato sia stato Malinovskyi, all’11’ della ripresa. Proprio l’ucraino fino a quel momento – fatta eccezione per la bella azione che al 3’ aveva poi portato Ilicic a sfiorare il palo – aveva fornito una prestazione opaca, ma ha un sinistro velenoso e ha segnato di potenza e precisione, alla sua maniera.

Fino ai minuti di recupero sembrava fatta per il ritorno alla vittoria a Bergamo. Quest’anno in campionato è successo solo contro il Sassuolo, 2-1 alla quinta giornata, con Fiorentina e Milan è andata male (due sconfitte) e prima ancora non più di 0-0 col Bologna. Invece niente da fare anche ieri: l’Udinese ha pareggiato al 94’, complice un’incertezza di Musso. Peccato, perché il portiere quattro minuti prima ci aveva messo una pezza salvando la porta da un incredibile autorete di Lovato. Altri due punti buttati. Ma per stare nei quartieri alti della classifica, quelli che contano per giocare in Europa anche la prossima stagione, servono come il pane i tre punti al Gewiss Stadium, non bastano i colpi esterni.

Ieri – nonostante un buon avvio di ripresa fino al gol del vantaggio – i nerazzurri hanno combinato poco (nel primo tempo ci ha provato di più l’Udinese, pur senza creare occasioni clamorose). Ma non dimentichiamo che la squadra è rimaneggiata – sulle fasce pesano le assenze, Pezzella non è Gosens e non ci voleva l’indisposizione di Maehle, mentre dall’altra parte Zappacosta è stato ben contenuto da Udogie – e contro i bianconeri friulani (rivelatisi specialisti in rimonte) veniva da una partita dispendiosa, per energie fisiche e mentali, come è stata la battaglia di Champions League all’Old Trafford con il Manchester United. Non giova neppure il nervosismo di Gasperini, espulso a gara quasi chiusa (era il 91’...): va preso atto che il tecnico si è difeso nel dopopartita dicendo di non aver detto o fatto nulla nei confronti degli ufficiali di gara, salvo poi attaccarne la categoria. La realtà è che l’Atalanta non ha gestito al meglio l’1-0. Neppure il tempo di riordinare le idee e mercoledì c’è Genova, sponda Sampdoria, che chiama. Speriamo in un’Atalanta più lucida e concreta.

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