Il «club» delle otto
più forti d’Europa
aspetta l’Atalanta

Quarantacinque punti in 24 giornate, il quarto posto blindato o quasi (+6 sulla Roma è una bella ipoteca, se non capiterà di inciampare dove non si deve): il passo dell’Atalanta è impressionante e centrare anche quest’anno un posto per la Champions che verrà sarebbe ben più che «il nostro scudetto», come lo definisce Gasperini.

Significherebbe tanti soldi (il solo biglietto di ingresso nell’edizione in corso è valso 15,25 milioni di euro) per rimpinguare le casse del club (e la possibilità di investire per migliorare ulteriormente una situazione già invidiabile), prestigio in ascesa e grande richiamo per i giocatori che desiderano la ribalta europea. Tutto questo non è più solo un sogno ma è realtà tangibile, il sogno ormai sta diventando l’idea di puntare in futuro allo scudetto.

Una città come Bergamo, rara se non unica nel suo rapporto con la squadra di calcio, lo meriterebbe anche, ma a questo livello di obiettivo probabilmente ha ragione il tecnico quando dice che ci si dovrebbe imbattere in una stagione in cui tutte le big storiche vadano male, come capitò al Leicester in Inghilterra: infatti ancora oggi quell’impresa è dipinta come una favola. Però il solo fatto che la parola scudetto faccia capolino nei desideri di Bergamo è a sua volta un segno del fantastico momento storico che stiamo vivendo. Il furore con cui i nerazzurri sabato sera hanno reagito al vantaggio della Roma, scatenando la controffensiva del secondo tempo, appartiene di solito al Dna di una grande squadra europea. Con un’intensità fatta non solo di condizione atletica ma di tecnica e di idee. Ora l’Atalanta ha la possibilità (e la convinzione, perché Gasperini e i giocatori ci credono, eccome) di entrare in quell’élite: basterà superare gli ottavi di finale di Champions League e iscriversi al «club» delle otto squadre più forti del continente. Mercoledì sera il primo round a San Siro con l’esperto ma oggi non irresistibile Valencia, martedì 10 marzo in Spagna il ritorno e il verdetto. Gomez e compagni hanno un vantaggio, oltre a presentarsi in ottima salute fisica e mentale: non hanno niente da perdere, perché uscire sarebbe al massimo un rammarico ma non un dramma. A Milano saranno spinti da circa quarantamila tifosi. Se non è già una festa prima di cominciare...

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