Questa Atalanta
non è normale

Alla fiera del gol tutti i sogni sono autorizzati. Sette reti a una nella domenica perfetta. Primo: l’Atalanta ne ha rifilate all’Udinese in un colpo solo più di quante i bianconeri ne avevano subite nelle precedenti 8 giornate (6).

Secondo: due punti guadagnati sulle altre rivali di vertice, che hanno pareggiato ( Juve ora a +3, Inter a +2 e Napoli a -3, prossimo avversario mercoledì al San Paolo). Terzo: i nerazzurri hanno giocato una partita in stile Champions, veloci e sempre all’attacco, a dimostrazione di quanto l’Europa dei grandi sia maestra.

Una bella risposta da Gasp e dai suoi giocatori dopo la batosta di martedì scorso a Manchester, quel 5-1 incassato dal City che è stato fin troppo severo, visto il coraggio dei nostri. In questo magnifico affresco che fa splendere di luce l’autunno atalantino come fosse già primavera, si muovono con efficacia micidiale le punte, ancora una volta brave a non far pesare l’assenza di Zapata. Muriel ormai lo ha superato (8 centri contro i 6 del connazionale), Ilicic è tornato quello vero e dalla Primavera è spuntato a metterci anche la sua firma (e che firma, un rasoterra da campione consumato) quel Traore di cui si dice un gran bene e che in Youth League pochi giorni prima aveva strappato applausi anche al pubblico inglese. Esageriamo: Percassi ha in casa il suo Sterling del futuro, se il ragazzo manterrà le promesse.

Una sinfonia in parte favorita dall’espulsione nel primo tempo di Opoku, che ha lasciato l’Udinese in dieci uomini per un’oretta buona. Però anche con un giocatore in meno si può evitare di essere travolti da goleada, se ti sei presentato con la miglior difesa del campionato e di fronte hai una squadra normale. Ma che questa Atalanta non sia una squadra normale lo sappiamo da tempo. Nell’affresco del 7-1 ai friulani, col senno di poi lo svarione di Kjaer (uno dal quale non te l’aspetteresti) che ha mandato in porta Okaka lo rivedi quasi con occhio benevolo, come una pennellata di follia. A parte gli scherzi, l’Atalanta è già un inno alla gioia, figuriamoci il giorno che la fase difensiva sarà adeguatamente in sintonia con il resto dello spartito. Adesso è anche facile pronunciare la parola scudetto, senza suscitare ilarità. E gli scommettitori la loro puntatina l’hanno già fatta. In ogni caso la Serie A è avvisata, la mina vagante è innescata.

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