Vittoria preziosa
ma ora nervi saldi

Una grande Atalanta (in assoluto tra le migliori dell’era Gasperini) si impone col gioco in casa di una Sampdoria contro cui a Marassi non vinceva dal 2012. Un altro tabù sfatato e tre punti pesantissimi che consentono ai nerazzurri di staccare i blucerchiati di cinque lunghezze: il divario è importante dal momento che si trattava di uno scontro diretto per un posto in Europa League.

Una corsa che ora assume nuovi connotati rispetto a qualche settimana fa: la lotta è ormai sempre più con il rigenerato Torino – che a Frosinone si è preso l’intera posta in palio ed è salito, con l’Atalanta, a 44 punti (ma è in vantaggio negli scontri diretti) – e con le romane (la Lazio, a 42, deve ancora recuperare la partita con l’Udinese, in Friuli, rinviata il mese scorso; c’è anche la Roma a quota 44 ma deve giocare stasera, all’Olimpico contro l’Empoli, la sua partita dell’ottava giornata di ritorno).

Quali che siano le rivali di turno in quel pugno di punti, è una bella guerra per meritarsi la ribalta internazionale. L’Atalanta trasmette fiducia perché ha armi robuste e affilate: dalla porta all’attacco ieri ha dominato in tutti i reparti, senza mai perdere la concentrazione degna di una squadra di rango. Peccato per il contrasto maldestro di Gomez con Ramirez, costato il rigore del momentaneo pareggio di Quagliarella. Poi ci ha pensato Gosens – tornato prepotentemente alla ribalta – a riportare in vantaggio i nerazzurri, che erano passati per primi all’inizio del secondo tempo grazie al ritorno al gol di Zapata, bravo a raccogliere l’assist di un Ilicic ispirato e a imporsi di forza in area. Ma se l’Atalanta ha portato a casa il bottino, lo deve anche a Gollini: dopo aver ritrovato la maglia di portiere titolare contro la Fiorentina, a Genova ha ribadito ad ogni intervento (un paio strepitosi e decisivi) che ora non se la vuole più sfilare. Stona il nervosismo di Gasperini al momento dell’assegnazione del penalty alla Doria. Il tecnico è stato allontanato dall’arbitro e poi ha rifilato una manata a un dirigente avversario. Rischia una severa squalifica. Nel dopo-partita ha spiegato che ora la lotta per l’Europa è così serrata che potrebbe essere condizionata dagli episodi (riferendosi anche ad alcune decisioni arbitrali). Proprio per questo serviranno nervi saldi.

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