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Mercoledì 08 Ottobre 2025
Contro la neoplasia al pancreas non basta soltanto la scienza
STRATEGIE. Sarà una tra le sfide più rilevanti del futuro. La ricerca punta molto sulle idee dei giovani medici e su un forte rapporto con i malati.
Il tumore del pancreas sarà una tra le sfide più rilevanti del futuro, ed ecco perché la risposta passa anche dalla formazione dei nuovi specialisti. Nel congresso nazionale che si è tenuto al Centro congressi di Bergamo l’11 e il 12 settembre, l’Associazione italiana per lo studio del pancreas (Aisp) ha messo al centro la valorizzazione dei nuovi medici: «Sono la nostra ricchezza, hanno voglia di crescere e di lavorare bene», è il messaggio di Silvia Carrara, presidente nazionale dell’Aisp e gastroenterologa dell’Irccs Humanitas Research Hospital e dell’ospedale Humanitas Gavazzeni.
Gli studi di Aisp
Sono circa 300 i soci dell’Aisp, distribuiti in tutto il Paese: «Durante l’appuntamento – spiega Carrara, originaria di Bergamo – abbiamo illustrato gli studi di cui Aisp è promotrice: sono numerosi, sia in ambito oncologico sia benigno, e coinvolgono vari centri sul territorio italiano». A confrontarsi sulle ultime innovazioni sono stati medici con prospettive diverse: dalla clinica alla chirurgia, dalla radiologia all’endoscopia digestiva, dall’anatomia patologica all’oncologia e alla radioterapia.
Numeri in crescita
Le stime indicano che il tumore del pancreas è in continua crescita e che nel 2030 potrebbe diventare la seconda causa di morte per cancro: «La sopravvivenza sta aumentando – sottolinea la presidente dell’Aisp -. È decisiva l’intercettazione precoce: questa patologia oncologica ha sintomi aspecifici, anche perché il pancreas è un organo “nascosto”. La normativa nazionale ha finalmente istituito le Pancreas Unit, strutture all’interno degli ospedali dedicate alla cura del tumore del pancreas, ma purtroppo al momento sono state attivate solo in Lombardia e in Abruzzo: occorre dare concretezza a queste disposizioni».
Protagonismo giovanile
Per muovere ulteriori passi in avanti, l’obiettivo dell’associazione è favorire il protagonismo dei giovani specialisti attraverso «lezioni, incontri multidisciplinari, protocolli di ricerca, rendendo disponibili anche nuove tecnologie che possano portare il giovane ad appassionarsi alla patologia pancreatica e a sviluppare adeguate capacità di ascolto e di interazione con i pazienti. Da questi concetti sono nati spring meetings e academy, approfondimenti e percorsi di crescita professionale ed umana».
Lo scambio coi pazienti
Tra gli aspetti che contraddistinguono l’azione dell’Aisp c’è proprio lo scambio costante con le associazioni dei pazienti, che «svolgono un ruolo fondamentale nel far sentire la voce dei malati e nel sostenere alcuni dei nostri studi – aggiunge Carrara -: questa collaborazione sta crescendo e sta dando grandi risultati». Anche per questo, l’appuntamento bergamasco è stato chiuso da un panel aperto a tutta la cittadinanza, al cui interno sono intervenute diverse realtà tra cui la Lilt Bergamo e gli Amici dal Cuore Viola (associazione bergamasca specificamente dedicata alle persone con tumore del pancreas), ma anche esponenti delle istituzioni come l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo Marcella Messina, con delega anche alla Salute. «È fondamentale un dialogo trasversale che vada oltre gli addetti ai lavori – rileva Carrara -: una delle nostre caratteristiche è l’apertura alla cittadinanza».
Il congresso nazionale
Bergamo ospiterà anche il prossimo congresso nazionale dell’Aisp, il 10 e l’11 settembre 2026, importante anche perché sarà il 50esimo: «È sempre un grande piacere ritrovarsi a Bergamo, città bella e ospitale, e in particolare al Centro congressi Papa Giovanni».
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