Più fibre e vegetali per proteggere il colon dal tumore

Prevenzione. Secondo le ultime statistiche di Aiom, Associazione Italiana di Oncologia Medica, il tumore del colon – retto è il secondo più frequente in Italia, il terzo nell’uomo e il secondo nella donna.

Si stima che nel 2022 nel nostro Paese le nuove diagnosi siano state oltre 4mila in più rispetto al 2020. Le possibilità terapeutiche sono però aumentate, così come risultano essere sempre più efficaci le attività di prevenzione contro la sua insorgenza e la possibilità di diagnosticarlo precocemente, così da intervenire con maggiori possibilità di cura e metodiche meno invasive. In cosa consiste lo screening colon – rettale? Come fare prevenzione? L’abbiamo chiesto al dottor Nicola Gaffuri, responsabile della gastroenterologia di Humanitas Gavazzeni, che parteciperà anche all’incontro dal titolo «Colon-retto. Quando batterlo dipende da noi» promosso dal progetto «Insieme si può. Insieme funziona – 2023», dedicato alla promozione in rete della salute sul territorio bergamasco, in programma venerdì 24 marzo alle ore 18 a Seriate, presso il Teatro Aurora. A sostegno del progetto, l’ospedale Humanitas Gavazzeni e Castelli ha messo a disposizione anche 25 visite gratuite specialistiche di prevenzione e diagnosi precoce per il tumore del colon – retto.

Dottor Gaffuri, come possiamo prevenire l’insorgenza del tumore colon – retto?

«Iniziando a prenderci cura del nostro intestino. Oltre a una predisposizione genetica, infatti, ad incidere nello sviluppo di questi tumori è anche lo stile di vita, in particolare quello alimentare. Una dieta che prevede un consumo frequente di cibo ad alto contenuto di grassi, proteine animali (in particolare carni rosse e lavorate) e povera di fibre, incide nella possibilità di sviluppare questa neoplasia».

E’ quindi indicata una dieta vegetale?

«Sì, una dieta a base vegetale e ricca di fibre ha un’azione protettiva. In particolare è favorita l’attività del microbiota, ossia quell’insieme di microrganismi che hanno il compito importantissimo di mantenere in buono stato l’integrità della mucosa intestinale, proteggendola dai batteri patogeni e dai processi infiammatori che possono favorire la proliferazione di cellule neoplastiche».

Fanno parte della prevenzione anche l’adesione agli screening nazionale?

«Sicuramente ed è importantissimo aderire. Eppure, come riferisce Aiom nel suo ultimo rapporto, solo 3 persone su 10 accolgono l’invito allo screening offerto dal Servizio Sanitario Nazionale: gratuito per la popolazione maschile e femminile di età compresa tra i 50 e i 74 anni ogni due anni».

In cosa consiste?

«Nella ricerca del sangue occulto nelle feci. Si tratta della semplice raccolta di un piccolo campione di feci da fare a casa (il kit lo si ritira anche in farmacia) finalizzato alla ricerca del sangue occulto, cioè non visibile a occhio nudo. Questo test è il primo step del programma di prevenzione. Qualora risulti presente del sangue è necessario sottoporsi alla colonscopia per approfondire ed escludere una forma tumorale al colon-retto».

Un esame sempre più perfezionato

«Sì, la colonscopia è diventato un esame sempre meno fastidioso, anche grazie alla sedazione cosciente somministrata per endovena con alcuni farmaci che permettono di attutire il fastidio, e sempre più performante e in alta definizione, proprio in virtù della sua importanza diagnostica, in grado di individuare la malattia negli stadi precoci».

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