A cena spunta un’idea: aiutare gli ex in difficoltà

Ne ha combinata un’altra delle sue, Pierantonio Ravasi, bancario mantovano con la passione per le figurine Panini e per l’amicizia con gli ex giocatori.

Dopo aver radunato vecchie glorie, tra le altre, di Verona, Mantova e Sampdoria, giorni fa ha chiamato a raccolta, al ristorante «Cibe 913» di Pedrengo, gli atalantini del periodo 1971-74 e alcuni di quelli che vinsero il Torneo di Viareggio nel ‘69. A dar man forte a «Piero» Ravasi nell’organizzazione ci ha pensato Adelio Moro, presente in entrambe le occasioni e già coinvolto nel revival veronese.

Tra un brindisi e un amarcord, si son seduti a tavola Giancarlo Savoia (il libero prima di Scirea), Antonio Rigamonti (il portiere che a Como tirava i rigori), Bruno Divina, indimenticabile terzino, Sergio Magistrelli (che segnò nell’Under 21 di Azeglio Vicini, proprio a Bergamo da atalantino, tre reti alla Francia), Giovanni Ferradini (attaccante sfortunato che esordì nell’Atalanta per poi passare al Napoli), Raffaello Vernacchia, ala talentuosa dal dribbling micidiale, Marzio Lugnan (prestante terzino sinistro che nel ‘75 sarà ceduto al Novara insieme a Tonino Rocca per la bellezza di 378 milioni), Gian Pietro Martinelli, che avrà più fortuna a Como dove ritroverà Rigamonti e presente con il fratello Giuliano, entrambi cresciuti nel vivaio nerazzurro. Come il più giovane di tutti, Daniele Filisetti, che non giocò con alcuno di loro, ma ne ricordava le gesta.

Insomma un intreccio continuo di percorsi e carriere, giusto per non far mancare argomenti a tavola. Dove, al momento dei brindisi, Rigamonti alzerà sempre il bicchiere dell’acqua. «Ero un ragazzo e avevamo il nonno che viveva con noi. Inzuppava sempre il pane nel vino e l’operazione non mi piaceva per niente. Andò a finire che non bevvi mai un goccio in tutta la mia vita». A rappresentare il primo Viareggio in bacheca, oltre ad Adelio Moro, c’erano Platto (icona della Ternana), Sali, Giuliano Castoldi (nerazzurro e poi una vita ad Ascoli), Mario Mutti, Noris e Mario Morosini. E poi Eugenio Gamba (30 presenze con la Virescit) e Giancarlo Resmini, già preparatore dei portieri nel settore giovanile.

Graditissimo «infiltrato» Franco Nanni, terzino romagnolo con ottima carriera a Verona, di cui è tuttora voce narrante per l’Associazione che riunisce gli ex scaligeri e che, unica per ora in Italia, vorrebbe essere di esempio per altre piazze. Per questo Nanni, approfittando del pranzo, ha spiegato ai suoi pari età bergamaschi come funziona la Onlus veronese e quello che sono riusciti ad ottenere in questi anni di attività, a partire dalla sede all’interno dello stadio Bentegodi messa a loro disposizione dalla dirigenza dell’ Hellas.

La loro missione principale è quella di dare una mano agli ex compagni rimasti in difficoltà economica, situazione molto frequente. Si calcola che, attualmente, in Italia siano circa tremila i calciatori che, per motivi vari, abbiano bisogno di aiuto.

Nanni ha preso ispirazione, per questo, dal Barcellona, la cui associazione di veterani conta 500 sostenitori tesserati, Lionel Messi per primo. La signora Maria Jesus Nanni, una catalana affascinante e risoluta, ha fatto da tramite per il marito portando a conoscenza la generosità dei calciatori blaugrana tuttora in attività.

L’idea di un’associazione sorella a Bergamo è piaciuta subito ad Adelio Moro, Marino Magrin, Daniele Filisetti e altri ancora che, avendo giocato col presidente Antonio Percassi e conoscendone la disponibilità, si sono dichiarati fiduciosi che l’invito di Nanni possa concretizzarsi. Sarebbero davvero la parata più bella e il gol più spettacolare.

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