Arrivano le grandi montagne. Ora i big dovranno fare sul serio

IL PUNTO. Già oggi il Bondone potrebbe cambiare le gerarchie, ma il gran giorno sarà venerdì con le Tre Cime di Lavaredo.

Ora si fa sul serio. Il Giro d’Italia entra nel vivo. Il preludio, anche a livello simbolico, è stata la fantastica tappa di Bergamo con il pieno di entusiasmo, di adrenalina e di partecipazione popolare, ma anche con i big di nuovo bloccati sulle ruote e imbrigliati in tatticismi e attese infinite. Chi vuole indossare la maglia rosa a Roma nella passerella finale sul circuito dei Fori Imperiali ha risparmiato gambe ed energie per sprigionare tutto il potenziale residuo in una settimana conclusiva da brivido. Ieri la giornata di riposo avrà permesso ai protagonisti di tirare il fiato in vista di una serie di tappe «monstre» con dislivelli significativi, ma soprattutto di mettere a puntino tattiche e accorgimenti. Perché il ciclismo è sudore e fatica, forza e classe, resistenza e istinto, ma talvolta si presenta anche come una complicata partita a scacchi in cui sbagliare la prima mossa potrebbe rivelarsi fatale.

Forse è anche per questo che i vari Thomas, Roglic, Almeida e Caruso finora si sono reciprocamente controllati. Ma le tappe che stanno per arrivare sono da affrontare di petto, col vento in faccia. Non ci si potrà più nascondere: nei prossimi giorni si decide tutto e i distacchi risicatissimi in vetta alla classifica promettono scintille e incertezza. La maglia rosa attualmente è sulle spalle del francese Bruno Armirail che però facilmente la perderà già nella tappa odierna, eventualità peraltro paventata dallo stesso corridore francese con grande franchezza e realismo: «Martedì sera (oggi, ndr) credo che non sarò più in rosa», ha ammesso l’atleta della Groupama domenica dopo la Seregno-Bergamo. Oggi, inevitabilmente, la selezione ci sarà e non mancherà il terreno per attaccare, anche se può essere che i big non esagerino nello scatenare la bagarre in attesa del tappone dolomitico con arrivo epico sulle Tre Cime di Lavaredo che si annuncia già da ora come lo snodo cruciale di questo Giro d’Italia.

Dato per scontato che Armirail arretrerà dopo le prime montagne, dunque, la lotta per la maglia rosa prevedibilmente riguarderà tre corridori in primis: Thomas ora a 1’08” da Armirail, Roglic a 1’10”, Almeida a 1’30, con Caruso a 2’36” potenziale outsider sulle montagne. Tra Almeida e Caruso in realtà a 1’50” ci sarebbe anche l’ex maglia rosa Andreas Leknessund che sta sorprendendo per resistenza e tenacia ma che, sulla carta, ha meno probabilità di continuare a stazionare tra i primi cinque dopo le ascese più arcigne. In pole position per la vittoria finale a questo punto c’è lo sloveno Primoz Roglic. L’incertezza e l’assenza di attacchi, comunque, deriva anche dalle caratteristiche più o meno simili dei corridori di vertice. Tutti passisti-scalatori. E tutti più a loro agio nelle prove contro il tempo che nei cambi di ritmo improvvisi sulle pendenze più impegnative. Manca di fatto, anche e soprattutto per lo spettacolo, uno scalatore vero, capace di scattare sui tratti di salita più duri facendo saltare il banco delle tattiche e dei giochi di squadra. Oggi tuttavia partiranno i primi fuochi d’artificio con 5 Gpm da scalare: Passo di Santa Barbara, Bordala, Matassone, Serrada e Bondone. Ci sarà montagna anche giovedì con arrivo a Val di Zoldo, ma sarà la tappa di venerdì il banco di prova più infuocato: Campolongo, Valparola, Giau, Tre Croci e Tre Cime di Lavaredo: qui si entra nella leggenda del ciclismo, prima delle rasoiate finali il giorno successivo, nella cronoscalata di Monte Lussari.

Cavendish: «Mi ritiro a fine 2023»

Intanto, ieri, emozioni e qualche lacrima nella conferenza stampa in cui Mark Cavendish, 38 anni proprio domenica scorsa, ha annunciato il ritiro a fine stagione: «È il momento perfetto per dire che è il mio ultimo Giro d’Italia e che il 2023 sarà la mia ultima stagione: il ciclismo è la mia vita da oltre 25 anni. Ho vissuto un sogno assoluto». Velocista formidabile, Mark, è stato campione iridato nel 2011. Tra le sue numerose vittorie: 16 tappe al Giro, 34 al Tour e anche la Milano-Sanremo del 2009.

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